Red Ronnie, conduttore televisivo e radiofonico, conosce molto bene la Sardegna perché da venticinque anni trascorre le vacanze estive nella casa che ha comprato a Capo Coda Cavallo. Per l’Isola prova sentimenti contrastanti, dall’amore e all’odio. Si arrabbia quando parla delle numerose opportunità che la Sardegna, a suo dire, si lascia sfuggire. Per esempio la mancata riconversione delle miniere e delle fabbriche in industrie turistiche eco-sostenibili. Si commuove, invece, quando parla dei suoi amici, Andrea Parodi e Maria Carta, scomparsi troppo presto.
Gabriele Ansaloni, classe 1951, dopo il diploma di ragioniere, comincia a lavorare in banca, ma scappa subito per trovare rifugio in alcune radio libere e diventare Red Ronnie, conduttore di programmi di successo. Alla fine degli anni Settanta fonda una radio libera; “Marconi & Company”, assieme a Bonvi, Vasco Rossi, Lucio Dalla e Francesco Guccini.
Negli anni Ottanta approda in televisione e conduce programmi su Italia 1 e successivamente (“Bandiera Gialla”) per la Rai. Dal 1992 al 2001 conduce su Telemontecarlo la trasmissione musicale Roxy Bar che vince tre Telegatto. Nel 2011 avvia un nuovo esperimento, una sua web tv: Roxy Bar TV.
Quando è stata la sua prima volta in Sardegna?
“Nel 1989, ma devo ammettere che anche prima di averla conosciuta la Sardegna mi aveva sempre affascinato. Quell’anno, che poi fu l’anno della caduta del muro di Berlino, per una serie di coincidenze comprai, senza nemmeno averlo visto, un appartamento a Capo Coda Cavallo, con una bellissima vista su Tavolara. Misi piede per la prima volta in quella casa il giorno dopo che un gravissimo incendio aveva attraversato la zona. Quest’anno, comunque, sarà il venticinquesimo dall’inizio del mio sodalizio con la Sardegna.
Chi gliel’ha fatta conoscere?
“Andrea Parodi. Mi ha portato nei posti più impervi e splendidi dell’Isola. Con lui ho girato tutta la costa e l’entroterra, fino a Orgosolo dove mi presentò il fotografo Chicchinu Manca. Da quella volta ogni anno vado in ‘pellegrinaggio’ al Monte San Giovanni, sul Supramonte”.
Altri amici sardi?
“Nel 1993, con alcuni amici della Engel di Forlì (un’associazione di vegetariani e di cure naturali, ndr) abbiamo riconciliato Maria Carta con la sua terra d’origine e il mare. Lei stava molto male, era all’ottava chemioterapia e aveva solo un mese di vita. Non cantava più perché aveva il palato piagato dalla chemio. Con una cura naturale a base di oli essenziali riuscimmo a farla cantare nuovamente. Organizzammo un concerto a Capo Coda Cavallo dove Maria si esibì insieme a Neffa. Fu molto emozionante perché in suo onore tutte le radio della Sardegna mandarono in contemporanea e in diretta la canzone A Baddà’”.
Vi siete visti ancora?
“Quell’estate fu magica. Io, che non sono sardo, portai Maria in posti che non aveva mai visto e lei, in cambio, mi portò a visitare Siligo e i luoghi della sua infanzia. In quell’occasione incontrò il fratello e si emozionò tantissimo quando rivide, dopo qualche decina di anni, la sua madrina di battesimo. Piangeva come una bambina quando mi raccontò la sua infanzia. Poi andammo al nuraghe di Sant’Antine ed entrò in una sorta di stato di trance, come rapita in un’altra dimensione, in un’altra vita che aveva già vissuto. Filmai e documentai tutto. Successivamente feci vedere questi filmati a Gianni Morandi e ad Andrea Parodi che rimasero stupiti. Maria parlava di un mondo dove venivano rapiti i bambini, come se il vento se li fosse portati via e lei, nonostante fosse una specie di sacerdotessa, non avesse potuto far nulla per impedirlo”.
Diceva che ha documentato tutto…
“Sì, di quell’estate ho più di venti ore di filmati. Ho sempre sperato che qualcuno, come l’assessorato regionale al Turismo o lo stesso Comune di Siligo, finanziasse un dvd documentario sulla vita di Maria Carta. Nessuno mi ha mai chiesto nulla e prima o poi, forse, lo produrrò io stesso”.
Maria Carta e Andrea Parodi, c’era qualcosa che li accomunava, a parte il loro essere artisti?
“Erano due personalità magiche e ultraterrene, come se nella storia di entrambi ci fosse qualcosa di inspiegabile. Ma non mi pare che la Sardegna abbia ancora restituito a questi suoi figli l’amore che ne ha ricevuto. Ed è una cosa che mi dispiace…”
Secondo lei qual è il nostro peggior difetto?
“Che non amate i turisti. Sarà perché chi viene dal mare, come dice quel vostro famoso detto, è considerato un invasore? Chissà. Certo, devo dire di aver visto alcune cose cambiare, ma il cammino mi pare ancora lungo. Inoltre penso che dovreste valorizzare maggiormente le vostre risorse. Per esempio le miniere che secondo me dovrebbero diventare dei luoghi di attrazione turistica. Anziché cementificare dovreste difendere il vostro tesoro, diventereste la perla del Mediterraneo con i turisti per 356 giorni all’anno”.
Colpa della politica, insomma?
“Non esiste la ‘colpa della politica’, perché i vostri politici li eleggete voi. Per farvi un esempio, però, della non lungimiranza dei politici, posso raccontarvi di quando andai a Berchidda dall’amico Paolo Fresu a presentare un’edizione di ‘Time in Jazz’. Conobbi il sindaco del paese che rivestiva anche la carica di assessore regionale al Turismo. Gli dissi che ero in grado di favorire un incontro tra il suo comune e l’Expo di Milano per portare là ‘Time in Jazz’. Una grande opportunità, tanto più che in quel momento solo grandi città come Venezia, Roma, Firenze e Napoli avevano cominciato ad attivarsi”.
Come andò a finire?
“Diedi al sindaco, nonché assessore regionale al Turismo, il numero del telefonino privato della persona che firmava gli accordi per conto dell’allora sindaco di Milano Letizia Moratti, ma lui non l’ha mai chiamata. Non so perché non abbia fatta quella telefonata, né voglio entrare nel merito del perché. Ma questo episodio mi pare un esempio di scarsa lungimiranza. E, attenzione, non era questione di svendere la Sardegna, ma di vendere, e bene, una delle sue eccellenze esclusive”.
Cos’ha la Sardegna di esclusivo rispetto alle altre isole del mondo?
“E’ piena di luoghi con un’energia particolare, posti dove devo caricare nel cellulare quelle tesserine che annullano i danni provocati dalle onde elettromagnetiche. Alcuni luoghi con una particolare carica di energia sono vicino a Palau… penso che gli antichi andassero là per curarsi. La Sardegna è davvero qualcosa di unico nella storia”.
E’ mai stato in Costa Smeralda?
“Amo la vostra Isola, quella vera. Se qualcuno mi dice che è stato a Porto Rotondo o in Costa Smeralda, per me non è mai stato in Sardegna”.
Massimiliano Cordeddu