Ci speravano? Certo. Ci credevano? Forse un po’ meno, timorosi di non raggiungere il 50% delle preferenze – magari per pochi punti – con la ‘condanna’ al ballottaggio e a due settimane di passione. Ma alla fine i sostenitori di Massimo Zedda hanno festeggiato la notte insonne stappando la classica bottiglia di champagne. E con che risultato: Zedda è l’unico sindaco di una grande città che in queste amministrative trova la riconferma al primo turno ed è uno dei rari candidati del centrosinistra che possono respirare a pieni polmoni.
Certo è che la nuova vittoria di Zedda in una città che non ha mai premiato i giovani, men che meno di sinistra, conferma la svolta del 2011 e manda avanti lo svecchiamento della politica in un capoluogo sonnacchioso, spesso sensibile alle lusinghe dei clan dei soliti noti. Il riconfermato sindaco può ripartire col vento in poppa. Ma sarà opportuno che tenga ben presenti alcuni elementi del contesto.
Uno su tutti: il terzo partito della coalizione di centrosinistra (?) è il Psd’Az. Quello stesso Psd’Az che qualche anno orsono si legò a doppio filo con il centrodestra e che ora, accolto nuovamente nello schieramento opposto, ha incassato il 7 per cento: dopo il Pd, i Quattro mori stanno appaiati con Sel, anche grazie a noti portatori di voti trasvolati dal centrodestra al fianco di Zedda. Quali saranno le conseguenze? Per saperlo bisognerà puntare gli occhi su via Roma. E non solo sul Municipio, ma pure qualche centinaia di metri più in là, in Consiglio regionale. A far pesare il risultato dalle parti di Pigliaru non sarà però solo il Psd’Az: gli uomini di Sel attendono al varco i vertici regionali. Obiettivo dichiarato: avere un maggior peso nella compagine governativa. Ovvero rivedere gli assetti dei vari assessorati.
Tornando in Municipio: incassato il mandato per altri cinque anni, dopo aver rifatto il maquillage alla città il sindaco-bis Massimo Zedda dovrà concentrarsi anche e soprattutto sui temi cruciali forse un po’ trascurati nel primo quinquennio, dalle periferie – ma proprio pochi giorni fa sono arrivati 15 milioni di euro per Is Mirrionis – al sociale tout court fino allo scoglio della raccolta differenziata. Aspetti di non facile gestione, certo, ma che il nuovo esecutivo potrà affrontare forte di un risultato importante.
Dall’altra parte, Piergiorgio Massidda ha accettato la sconfitta con fair play ma non senza risparmiare alcune stoccate ai ‘compagni di viaggio’. Punzecchiati gli ex amici del Psd’Az, l’ex senatore e presidente dell’Autorità portuale ha preso di mira anche alcune frange del centrodestra, ree di aver remato contro la sua candidatura. Il che non è probabilmente sbagliato: far naufragare il sogno di Massidda negandogli pure il ballottaggio, ha di certo contribuito ad azzoppare ogni futura velleità politica del rebelde di centrodestra. E i numeri sembrano confermare questa tesi: a causa del voto disgiunto, la coalizione di Massidda ha incassato il 4% di preferenze più del candidato sindaco (fermo a al 32%). E, stranamente, la stessa percentuale è finita a favore di Zedda, che stacca la coalizione di centrosinistra proprio del 4%.
Infine, il risultato dei competitor ha dimostrato che per la polarizzazione dell’elettorato c’è poco spazio. Delusi Enrico Lobina e Paolo Matta (entrambi poco sopra il 2%), va peggio a Paolo Casu (1,7%) e Alberto Agus (1,2%). Colpisce il flop del Movimento 5 Stelle, ma solo in relazione ai risultati oltre Tirreno: i più esperti avevano pronosticato il 9% della Martinez in tempi non sospetti.
Pablo Sole