Siamo governati da un Oslecarap. Che razza di nome è? Quello di Paracelso, medico, astrologo e alchimista svizzero, una delle figure più rappresentative della prima metà del Cinquecento, letto al contrario.
Come tutti gli alchimisti anch’egli cercava la panacea, un rimedio universale per curare tutte le malattie, e voleva trasformare il piombo, ovvero ciò che è negativo, in oro, quello che è positivo e fonte di ricchezza per l’uomo. “Il mercurio sublimato” egli afferma in un suo scritto, “diviene oro, argento, rame, ferro, appare fusibile come la cera, si liquefà al sole come la neve, e ritorna infine al suo stato primitivo. Si tratta di un segreto che è necessario tenere ben celato e che non va affidato a coloro che ne sono indegni: il volgo non è degno di conoscerlo e Dio ha espressamente vietato di dare perle ai porci”.
Ci sono politici seguaci degli antichi maghi e alchimisti. Chi vive in Sardegna, per esempio, ha la fortuna di avere un governatore seguace di Paracelso. È convinto di aver trovato la panacea per curare tutti i mali della Regione: sapendo che un’oca preferisce una rapa a una gemma, anch’egli s’impone di non dare perle ai porci, ma solo a pochi e fidatissimi eletti; e quanto alla trasmutazione dei metalli e delle sostanze uno dei fiori all’occhiello del suo curriculum è la presidenza, tra il 2001 e il 2003, di una società che a Furtei si è attivamente impegnata in quest’opera.
Solo che dall’oro ha ricavato arsenico, cianuro e mercurio, facendo l’esatto contrario di ciò che prescriveva Paracelso. È per questo che il governatore può fregiarsi del nome di quest’ultimo, letto all’inverso però: Oslecarap, appunto.
Silvano Tagliagambe
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