Quest’oggi, presso la Commissione di inchiesta sull’uranio impoverito della Camera, si è svolta la seconda audizione del Segretario generale del ministero della Difesa, generale Carlo Magrassi. Le sorprese non sono mancate: la Commissione ha infatti appreso che il Comitato per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie della Difesa (CPCM) non esiste più dal 2013.
Nella precedente audizione, quella del 3 marzo scorso, era stato proprio il presidente della Commissione, Gian Piero Scanu, a chiedere al generale informazioni sul Comitato, più precisamente se questo si coordinasse con le unità della Difesa preposte in materia di attività antinfortunistica e prevenzionistica negli ambienti di lavoro. Non solo, in quella seduta Scanu ebbe a ricordare che “nella passata legislatura la Commissione d’inchiesta istituita presso il Senato nella conclusione dei propri lavori espresse un giudizio molto severo sull’operato del citato Comitato”. Oggi la risposta del generale, che ha ghiacciato tutti: “Effettuate le necessarie verifiche, rappresento che il Comitato per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie della Difesa, ha cessato la propria attività a decorrere dal primo luglio 2013”.
“C’è voluto un anno affinché la verità venisse a galla – ha subito commentato il senatore cinquestelle Roberto Cotti – ma la Commissione forse non sapeva che il 9 aprile 2015 avevo depositato una interrogazione parlamentare diretta al ministro Roberta Pinotti proprio per fare luce sul funzionamento del Comitato: ora mi spiego perché non è mai stata data risposta, non si voleva creare allarme tra i militari e richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sul venire meno dell’impegno della Difesa per la salute dei militari”. “Infatti – prosegue Cotti – è doveroso ricordare che tale Comitato fu istituito nella seconda metà degli anni 2000 proprio per placare l’allarme suscitato nell’opinione pubblica dai primi casi di neoplasie nei militari, a seguito dell’impiego degli stessi nei teatri di guerra, laddove si faceva uso di uranio impoverito: un allarme mai cessato e che oggi, a distanza di anni, si sta trasformando in quotidiana tragedia per moltissimi militari”.
“A questo proposito – aggiunge il senatore dei 5 stelle – nei prossimi giorni sarà mia cura informare il presidente della Commissione di inchiesta dello scontro senza precedenti con il ministero della Difesa. E’ bene che sappia come da mesi stia cercando di mettere gli occhi e le mani su un progetto di ricerca del prof. Pierluigi Cocco, dell’Università di Cagliari, finanziato negli anni passati dal Comitato per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie, con 170 mila euro, ovvero di come la Difesa, rappresentata proprio dal generale Carlo Magrassi, si ostini a frapporre i più incredibili ostacoli per evitare di rendere nota la documentazione in suo possesso sulle ricadute ambientali e patologie nel personale militare e civile del poligono militare interforze di Quirra (sono già 3 le richieste respinte). Un vero e proprio scandalo. Cosa si vuole nascondere? Perchè la Difesa si ostina a tenere segreti i contenuti della ricerca? Continuerà a farlo anche davanti alla Commissione di inchiesta?”. “Resto sbalordito dall’opacità manifestata dal ministero della Difesa – ha commentato in ultimo Cotti – ma soprattutto non comprendo questo modo di agire, anche perché, più volte, i precedenti ministri della Difesa, Parisi, Martino e La Russa, dinanzi alle commissioni Difesa di Camera e Senato si erano impegnati a fare chiarezza sulle attività e lavori del CPCM.”