Il progetto di centrale solare termodinamica di Gonnosfanadiga (Cagliari) dovrà essere valutato dal Consiglio dei Ministri, dopo che il Ministero dell’Ambiente ha dato parere favorevole e quello del Turismo parere contrario. Lo ha spiegato alla Camera il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, rispondendo a una interrogazione del deputato del Centro democratico Roberto Capelli. “La Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale VIA-VAS del Ministero ha espresso un parere di compatibilità ambientale positivo – ha spiegato Galletti -, a condizione che vengano rispettate 12 prescrizioni principali, che mirano a garantire la compatibilità ambientale dell’opera. La Commissione ha ritenuto che il progetto è in linea con gli obiettivi dell’Unione Europea e del nuovo pacchetto Clima ed Energia 2030, nonché con la normativa nazionale in tema di energie rinnovabili”.
“Per lo stesso progetto, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo si è espresso con parere negativo – ha proseguito il ministro -, evidenziando che non è stato possibile valutare tutti gli impatti che la costruzione del progetto potrebbe generare sui valori paesaggistici e culturali esistenti”. “Al fine di superare il contrasto tra il parere espresso dalla Commissione VIA-VAS ed il parere del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – ha concluso Galletti -, la questione è stata deferita al Consiglio dei Ministri, per una complessiva valutazione, il cui iter è ancora in corso”.
“Sulla realizzazione della centrale di Gonnosfadinaga si gioca una partita importantissima e lo Stato italiano questa volta non si deve prestare ai giochetti tecnico-legali delle aziende pronte solo a sfruttare gli incentivi e a compromettere per sempre territori e culture secolari”.
E’ quanto dichiara Capelli dopo il Question time. “La vicenda è presto detta: da un lato abbiamo un’azienda inglese, con capitale versato di una sterlina, che decide di costruire una centrale in un’area dedita all’agricoltura e alla pastorizia di qualità. Una centrale che doveva essere di una certa dimensione poi, una volta resa nota la contrarietà della Regione, per superarla l’azienda decide con uno stratagemma di aumentare la potenza, così da spostare il via libera dalla Regione al Ministero dell’Ambiente. Adesso, vista l’opposizione anche da parte del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo – oltre a quella dei comuni dell’area, della Sovrintendenza – a dire la parola finale sarà il Consiglio di Ministri”. “Proprio per questa ragione – continua Capelli – siamo ancora in tempo per evitare di aprire l’ennesima vertenza dello Stato con la Sardegna, con la conseguenza, ancora una volta, di far sentire lontana quest’isola rispetto al resto dell’Italia. E lo dico nel giorno in cui muore uno storico esponente del movimento indipendentista sardo, Doddore Meloni, in carcere per reati fiscali, che dopo 47 giorni di sciopero della fame e della sete, abbandonato e lasciato solo, non ce l’ha fatta. Ecco proprio nel ricordo di Doddore Meloni, lo Stato, per una volta, non volti le spalle alla Sardegna, ma decida di cambiare il luogo dove realizzare questa centrale, spostandola in qualche altro sito ex industriale sardo, già compresso, evitando di violentare la campagna così bella del Medio Campidano”, conclude Capelli.