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Soru: “L’Europa sta riscrivendo le regole sul diritto d’asilo dei migranti”

“L’Europa si sta preparando alla ridiscussione degli accordi di Dublino 2 che vincolano la permanenza dei richiedenti asilo nei paesi d’arrivo”. Ad annunciarlo è stato l’eurodeputato Renato Soru, ospite questa mattina a Cagliari del Mediterranean-Gulf Forum, meeting internazionale che guarda a soluzioni comuni per le comuni sfide dei paesi del Mediterraneo e del Golfo Persico, promossa dal Centro di Consulenza e Ricerca “Abhath” di Abu Dhabi e dal Centro Studi “Mutawassit – Mediterraneo” con l’Alto Patrocinio della Presidenza della Repubblica e del Ministero degli Affari Esteri.

Il regolamento di Dublino prevede che il Paese competente a esaminare le domande di asilo sia il primo Paese europeo dove il migrante ha messo piede. Per questo motivo, per esempio, i migranti che approdano a Lampedusa devono chiedere ospitalità e protezione all’Italia anche quando sono diretti verso altri Stati. E’ questa anche la ragione per la quale molti di loro fanno di tutto per non essere identificati dopo lo sbarco.  Un comportamento che l’Italia, per evitare di sovraffollare i suoi centri di accoglienza, fino a qualche tempo fa ha tollerato, suscitando molti malumori in Europa. Proprio oggi, però, parte un’operazione di controllo, denominata ‘Mos maiorum‘, che ha lo scopo di individuare i migranti irregolari. Precise disposizioni sono state date dal ministro dell’Interno Angelino Alfano alle questure.

Soru – si legge in una nota stampa – ha voluto ricordare come oggi, anche grazie allo straordinario sforzo umanitario dell’operazione Mare Nostrum e alla generosità dei cittadini di Lampedusa, stia maturando in Europa una coscienza nuova: “Dall’inizio dell’anno sono morti nello stretto di Sicilia più persone che nella striscia di Gaza”, ha detto l’eurodeputato sardo, eletto nel collegio “Isole” alle elezioni europee dello scorso mese di maggio ed attualmente presidente della commissione Politica, Diritti Umani e Sicurezza dell´Assemblea Parlamentare dell´Unione per il Mediterraneo (AP-UpM).
“Noi oggi siamo qui per dire che non vogliamo che il Mediterraneo diventi un gigantesco cimitero. Il varo dell’operazione Frontex Plus allargato, a un anno dalla tragedia di Lampedusa non è un caso: il tema dell’immigrazione è fra le priorità dell’agenda europea e tutti i paesi hanno capito di dover fare la loro parte per garantire il rispetto dei diritti umani nell’area mediterranea”.

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