In Sardegna potrebbe nascere una “tassa di sbarco” per i turisti che arrivano nell’Isola con traghetti, aerei di linea a privati o natanti da diporto. L’idea è quella del contributo per l’ambiente e il paesaggio per superare la tassa di soggiorno che fa ‘figli e figliastri’ tra i Comuni (quelli dell’interno non potrebbero applicarla) e che non incide con i vacanzieri che sfruttano le seconde case. La proposta di Centro democratico, Partito dei Sardi e Sel prevede che la Giunta possa istituire il contributo entro un massimo di 10 euro che verrebbero richiesti per il solo biglietto di andata verso l’Isola, o all’atto di pagamento del servizio, dalle compagnie aeree e marittime e dai soggetti che gestiscono gli aeroporti, i porti, gli approdi e i punti di ormeggio, ai quali è riconosciuto un aggio all’interno del contributo che poi sarà suddiviso al 20% per programmi regionali, al 40% per quelli comunali e sovracomunali. “Non si tratta di un nuovo balzello per far scappare i turisti – ha spiegato il capogruppo Cd, Roberto Desini – ma di un contributo per erogare ulteriori e migliori servizi, visto che per comuni i fondi hanno una destinazione vincolata. Fino ad oggi solo nove comuni sardi hanno applicato la tassa di soggiorno”. Secondo Anna Maria Busia (Cd) “se fosse stato applicato lo scorso anno questo contributo avrebbe portato nelle casse regionali e comunali diversi milioni di euro. Anche per l’Expo stiamo proponendo un territorio con qualità di vita elevata e questa legge servirà a ragionare sul nostro futuro contribuendo da subito a mantenere un equilibrio tra l’ambiente salubre e la qualità di vita”. “Da altre parti d’Europa esiste già questo contributo – spiega Daniele Cocco, capogruppo Sel – Qui in Sardegna abbiamo la necessità di dare servizi migliori e contribuire alla salvaguardia dell’ambiente”. Infine Piermario Manca, capogruppo PdS, sostiene che si tratta di un “contributo che verrebbe dato da chi usufruisce delle bellezze naturali del nostro territorio, per salvaguardarle appieno”.
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