Sanità, la spesa aumenta ancora: nel 2016 maggiori costi per 120 milioni

Cresce ancora la spesa della sanità sarda: nel 2016 sono previsti maggiori costi per 120 milioni rispetto ai 3,687 miliardi previsti con la Finanziaria.

Cresce ancora la spesa della sanità sarda: nel 2016 sono previsti maggiori costi per 120 milioni rispetto ai 3,687 miliardi stanziati con la Finanziaria di quest’anno. Tanto che il 25 ottobre scorso la Giunta regionale ha approvato una variazione di bilancio di pari importo per coprire le nuove uscite dell’assistenza medica e ospedaliera. La liquidità aggiuntiva è inserita nella manovra di assestamento su cui, nelle prossime settimane, è atteso il voto finale del Consiglio.

Dall’assessorato alla Sanità, guidato da Luigi Arru, si attende un commento. Ma quei 120 milioni in più sono una grana di non poco conto per gli uffici di via Roma. Non fosse che per quest’anno era previsto un risparmio di 63 milioni, come scritto nel Piano di rientro 2016-2018 varato lo scorso dicembre (leggi qui). Invece il lavoro dei commissari nominati a fine 2014 non ha dato i risultati attesi, almeno stando ai numeri scritti nella delibera finanziaria del 25 ottobre: gli ospedali sardi continuano a registrare un aumento dei costi anziché un miglioramento.

A questo punto si fa in salita pure la gestione del 2017, per la quale il Piano di rientro prevede un ulteriore taglio del debito pari a 126 milioni. Ma con i 63 non risparmiati quest’anno, la Regione deve recuperarne 189. E per il 2018, sempre stando al Piano di rientro, l’obiettivo è una riduzione della spesa di altri 128 milioni.

Il peggioramento dei conti complica anche il lavoro di Fulvio Moirano, il manager ligure che da metà ottobre è il nuovo direttore generale della Asl unica, voluta dalla giunta di Francesco Pigliaru proprio per invertire il trend della spesa e portare la sanità sarda verso un terreno virtuoso. Verso una nuova prospettiva che, visti i numeri attuali, dà ragione all’Esecutivo circa la necessità di impostare una differente gestione, come l’accorpamento delle Asl. E sono otto quelle che dal 1° gennaio 2017 saranno sotto l’ombrello della ribattezzata Ats (Azienda per la tutela della salute).

I 120 milioni di maggiori spese riguardano tuttavia il complesso della sanità isolana. Quindi alle otto Asl territoriali vanno aggiunge le due miste di Cagliari e Sassari più il Brotzu che, a sua volta, ha assorbito il Microcitemico e l’Oncologico.

A fine 2015, quando il Piano di rientro è stato presentato, la Giunta aveva individuato più fronti di intervento per azzerare i 750 milioni di disavanzo, entro il 2018: c’era anche la riorganizzazione della rete ospedaliera, pari a un taglio dei costi di ulteriori 114 milioni, sempre nel triennio 2016-2018. Il ddl dell’Esecutivo, approvato a luglio 2015, è però fermo in Consiglio.

Per il 2016, dunque, il solo disavanzo coperto nell’assistenza medica e ospedaliera riguarda i 70 milioni presi dal fondo di garanzia regionale, ciò che ha evitato l’aumento di Irpef e Irap (leggi qui). Ma con la variazione di bilancio da 120 milioni e i 63 non risparmiati col Piano di rientro, in un solo anno la sanità brucia altri 183 milioni rispetto alle previsioni iniziali.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share