Istituito due anni fa con la legge finanziaria, la Regione autonoma della Sardegna è stata la prima in Italia ad introdurre il Reis, il reddito di inclusione sociale destinato ad arginare la povertà, fenomeno che colpisce ampie zone dell’Isola anche con percentuali a due cifre. Un sostegno importante a single e famiglie che in Sardegna viene ora vissuto come una sorta di anticipo al reddito di cittadinanza che ha tenuto banco in campagna elettorale con la proposta del M5s, provocando in alcune regioni una corsa ai Caf per ottenere un sussidio che ancora non esiste.
Nell’Isola nessun assalto. Negli uffici regionali di Cgil e Cisl non risultano infatti richieste di moduli o di informazioni sul reddito di cittadinanza. Ma i sardi si sono mossi in tanti – e ancora lo stanno facendo – per ottenere il Reis: il fabbisogno dichiarato dai Comuni è di 66.787.197,96 euro. Il totale delle risorse erogate nel 2017 è stato di 43.950.000. Quasi 21mila le domande. Per il 2018 la dotazione finanziaria è stata aumentata, passando da 30 a 45 milioni di euro. Il beneficio economico mensile va da un minimo di 200 euro per una persona sino a un massimo di 500 euro per un nucleo di 4 componenti in su.