Rebus province, Erriu: “Taglio delle ‘nuove'”. Dipendenti sul piede di guerra

Province sì, province no. E torna il dibattito sugli enti intermedi in Sardegna, tra amore e odio. Ieri l’annuncio dell’assessore agli Enti locali, Cristiano Erriu: via le province cosiddette ‘nuove’, riforma delle ‘vecchie’. Questa la formula voluta dalla giunta guidata da Francesco Pigliaru, un disegno di legge su cui dovrà esprimersi il Consiglio regionale nelle prossime settimane. Il dibattito torna attuale nel giorno dell’incontro a Tonara, organizzato dalla Comunità montana, sulla riforma del Rio degli enti locali.  Sul palco anche il ministro agli Affari regionali, Maria Carmela Lanzetta e l’assessore agli Affari generali, Gianmario Demuro.

Le parole di Erriu, riportate in un articolo de La Nuova Sardegna oggi in edicola non lasciano dubbi: si andrà verso la cancellazione delle quattro province ‘nuove’: Olbia-Tempio, Ogliastra, Medio-Campidano, Sulcis Iglesiente. E verranno ricalibrate le competenze di quelle storiche: Cagliari, Sassari, Oristano e Nuoro. L’intento è quello di attuare in concreto il risultato del referendum popolare di due anni fa quando di fatto erano state abrogate. Responso rimasto solo sulla carta, perché ricorda Erriu: “si è andati di deroga in deroga”. E aggiunge: “al momento opportuno sarà il caso di tirare fuori i conti”.

Sul riordino degli Enti locali è intervenuto ieri anche l’ex governatore e neo parlamentare europeo del Pd, Renato Soru. Ha parlato di “ferita aperta” riferendosi al caos determinato dall’abolizione delle Province. “Su questa materia – ha ricordato – la Regione ha competenza primaria. I nostri poteri sono stati usati per creare quattro nuove province per poi cancellarle dopo pochi anni. Con le istituzioni non si scherza, in questo modo si crea solo confusione”. Una situazione da sanare al più presto, secondo Soru, “quella dell’istituzione delle città metropolitane potrebbe essere una soluzione condivisa”.

Intanto si fanno sentire i malumori dei dipendenti delle Province sarde, sempre in allerta.  Il comitato dei dipendenti delle Province sarde si dice preoccupato per “il quadro assolutamente incerto, in merito all’imminente riforma istituzionale in Sardegna che coinvolgerà il futuro lavorativo e non solo di circa duemila dipendenti provinciali, presentato ieri mattina dall’assessore agli Enti Locali, Cristiano Erriu”. Entro giugno sarà definita una prima proposta di legge che prevederà l’istituzione della Città Metropolitana di Cagliari e una ci sarà – appunto – una prima definizione del sistema delle Province, con la previsione di chiusura di quelle regionali e un primo riordino dei territori riprendendo gli ambiti delle cosiddette “Province storiche”, non superabili al momento perché tutelate da norme costituzionali e statutarie. “Ma – dice il Comitato – sarà una soluzione che assesterà il sistema solo sino alla definizione della Carta delle Autonomie della Sardegna, la cui stesura è prevista entro la fine del 2014. Niente, però, è stato chiarito in merito alla problematica dei dipendenti degli enti, strettamente connessa alla riforma, nonostante in tempi a dir poco rapidi si procederà allo smantellamento dei quattro enti regionali”. Preoccupa, infine, il Comitato il prossimo incontro, previsto per il 12 giugno, tra i rappresentanti regionali della Funzione Pubblica della Cgil, Cisl e Uil e lo stesso assessore Erriu, “nel quale le parti sindacali dovrebbero sottoscrivere un primo accordo a regolare il percorso di definizione della riforma. Un accordo mai presentato e condiviso con la base dei lavoratori delle Province”.

 

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