L’insularità della Sardegna ha un costo, calcolato in 1 miliardo e 100 milioni di euro, e genera uno svantaggio spazio-temporale che dilata la distanza con il resto dell’Italia, tanto che quella “minima” tra Olbia e Civitavecchia, pari a 230 chilometri, diventa in percezione di 553 chilometri, a causa della discontinuità propria del sistema dei trasporti.
Per la prima volta la Regione, sulla base del rapporto Crenos – presentato oggi – ha quantificato questo svantaggio e lo ha inserito nel dossier Sardegna consegnato questa mattina a Olbia al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio dal governatore Francesco Pigliaru. In questo corposo documento rientrano tutti i temi strutturali accennati ieri dal premier Renzi, nell’Isola per l’inaugurazione dell’ospedale Mater Olbia, e che saranno oggetto di un tavolo specifico che si aprirà a settembre sotto l’egida di Palazzo Chigi.
La quantificazione del gap finanziario in 1,1 miliardi, dipende essenzialmente da due fattori: i maggiori oneri per il trasporto delle merci, che fanno lievitare i costi fino a 600-650 milioni di euro l’anno, e quelli per la produzione, stimati in circa 400-450 milioni all’anno. E questo per effetto del costo dell’energia in Sardegna, tra i più alti in Italia a causa dell’assenza del metano.
Riguardo al gap spazio-temporale, la differenza tra i 230 chilometri reali e i 553 percepiti, così come si evince
dalla ricerca Crenos, può essere interpretata come lo svantaggio dovuto alla discontinuità di cui l’Isola soffre
rispetto ad una regione ‘continentale’ periferica. Uno svantaggio fondamentalmente dovuto al fatto che il sistema dei trasporti è discontinuo, nel senso che non è sempre disponibile ma solo in certi orari e in certi luoghi. A questo si aggiungono i tempi di attesa per gli spostamenti intermedi che fanno lievitare la percezione della distanza con il resto della Penisola.