E’ diventato un caso nazionale l’intervento pronunciato dalla deputata cagliaritana del Movimento 5 Stelle Emanuela Corda nel corso del dibattito che si è tenuto alla Camera in occasione del decimo anniversario della strage di Nassirya.
Nelle sintesi dei telegiornali e dei principali quotidiani, si sottolinea la Corda ha messo sullo stesso piano i diciannove italiani caduti nell’attentato kamikaze e l’attentatore. “Vergogna”, ha commentato il deputato di scelta civica Domenico Rossi. E il leghista Massimiliano Fedriga ha affermato che i grillini “giustificano” i kamikaze. “Quelle parole fanno più male del tritolo”, ha dichiarato a Videolina il generale Gianfranco Scalas, già direttore dell’Informazione dell’Esercito in Somalia, Bosnia, Albania, Kossovo e Iraq. “Un intervento vergognoso – ha affermato l’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa che ha definito “ancor più grave” “il totale silenzio dell’Aula a queste ignobili parole. “Possibile – ha domandato – che solo ed esclusivamente dai banchi di Fratelli d’Italia, come riportato anche dal resoconto stenografico dei lavori, sia arrivato lo sdegno e la protesta per parole che offendono non solo le vittime di questa strage e i loro familiari ma una Nazione intera?”.
Una valanga di commenti – molti dei quali di insulti – si è riversata sulla pagina Facebook della Corda. Che, uno dopo l’altro, ha pubblicato due post nei quali respinge le accuse e parla di strumentalizzazione e mistificazione. “È incredibile – scrive la deputata sarda – come la mistificazione partitica raggiunga livelli così bassi. Estrapolare una parola da un contesto e mistificare il senso di una “frase”che vuol significare l’esatto opposto. Questa è la politichetta del sistema. Siamo in guerra”. E poi: “Rivendico il concetto espresso in aula e strumentalizzato dai media avversi. Ho parlato del kamikaze come carnefice e “vittima che ha creduto in un’ideologia criminale”. Condanno fermamente il fondamentalismo, così come le guerre insensate”.
In effetti quasi tutte le cronache riportano l’intervento in modo parziale. Dalla lettura del testo integrale risulta che la Corda non ha fatto altro che esprimere – in un momento politicamente poco opportuno – i concetti che da sempre vengono affermati dal movimento pacifista internazionale. L’idea, cioè, che tutti sono vittime della guerra. A maggior ragione quando si tratta di guerre innescate da informazioni non corrette, da pretesti creati ad arte. Ecco comunque il testo integrale dell’intervento in modo che ognuno possa farsene un’idea:
“L’aspetto più drammatico della strage di Nassirya è che, a nostro parere, non fu uno scontro tra buoni e cattivi, non fu un attacco di militari che fecero strage di civili inermi. Da una parte e dall’altra, infatti, vi erano delle vittime. E i responsabili politici e morali, i mandanti di quella strage, non sono mai stati puniti. Tutti noi ricordiamo commossi i diciannove italiani deceduti in quell’attacco kamikaze, e oggi siamo vicini a loro familiari. A volte ricordiamo anche i nove iracheni che lavoravano nella base italiana, ma non troppo spesso. Nessuno ricorda, però, il giovane marocchino che si suicidò per portare a compimento quella strage. Quando si parla di lui se ne parla solo come di un assassino, e non anche di una vittima. Perché anch’egli fu vittima, oltre che carnefice. Una ideologia criminale lo aveva convinto che quella strage fosse un gesto eroico e lo aveva mandato a morire e non è escluso che quel giovane, come tanti kamikaze islamici, fosse spinto dalla fame, dalla speranza che quel suo sacrificio sarebbe servito per far vivere meglio i suoi familiari, che spesso vengono risarciti per il sacrificio del loro caro. E se i nostri militari furono vittime, non furono solo vittime dell’ideologia terroristica, ma anche della politica occidentale, la politica dei nostri governi che spedirono e continuano a spedire i nostri ragazzi sui fronti di guerra raccontandogli che è eroico occupare i territori di altri popoli, col pretesto che si sta portando la pace quando invece si fomentano talvolta le ideologie terroristiche e tutti i drammi che ne conseguono. Vorremmo ricordare la provetta agitata da davanti al Consiglio di sicurezza Nazioni unite da Colin Powell che avrebbe dimostrato al mondo la presenza di armi di sterminio di massa che in realtà non furono mai trovate. Lo stesso Colin Powell, solo recentemente, purtroppo, ha detto di essere stato raggirato lui stesso da quella colossale truffa che portò all’occupazione dell’Iraq. L’esistenza di quella truffa, di quella menzogna che ha portato al massacro decine di migliaia di persone, non sembra sia servita di lezione ai governi europei che hanno continuato a credere alle balle organizzate a tavolino per scatenare nuovi e atroci conflitti.
La Libia , l’ha dichiarato ieri il ministro Bonino, è completamente fuori controllo, per esempio. L’Afghanistan ogni giorno è un calvario per gli afghani e per le truppe d’occupazione. Per questo gridiamo con tutta la nostra forza: mai più Nassirya, mai più guerre di occupazione mai più violazioni del’articolo 11 della Costituzione. Lo ribadiamo: noi siamo vicini alle famiglie dei caduti e a tutte le persone che soffrono ogni giorno per queste guerre vergognose, per le menzogne dei nostri governi”.
Sconcerto e amarezza hanno espresso i delegati del Cocer Carabinieri e il Cobar Legione Carabinieri Sardegna alle parole definite “vergognose”: “Nessuno ricorda il giovane marocchino che si suicidò per portare a compimento quella strage: quando si parla di lui, se ne parla solo come di un assassino, e non anche come di una vittima, perché anch’egli fu vittima oltre che carnefice”. La Rappresentanza dei militari si è auspicato che “in un momento di saggezza, il deputato Corda prenda in esame la possibilità di dimettersi dalla sua alta carica politica”. “In occasione delle commemorazioni per il 10/o anniversario della strage abbiamo avuto l’onore di vivere momenti di profonda riflessione e commozione con il padre del maresciallo Silvio Olla dell’Esercito, uno dei caduti italiani, con il quale ci pregiamo di condividere le origini sarde. Purtroppo i richiamati nobili sentimenti sono stati inquinati dalle parole vergognose dell’onorevole Corda che, con nostro profondo sdegno è stata presentata in tutti gli organi di informazione come esponente politica “sarda”, hanno dichiarato i delegati del Cocer Carabinieri, Gianni Pitzianti e Giuseppe Bosi, quest’ultimo rappresentante del Ris di Roma, che nell’attentato ha visto sacrificare la vita di due suoi colleghi di reparto. Il documento di sdegno è firmato anche dal Cobar Sardegna che, rappresentando i carabinieri di tutta l’isola, “si sentono in dovere di prendere le distanze da tali dichiarazioni offensive che macchiano il nobile sacrificio di colleghi che hanno dato la vita per la patria e per un futuro migliore, in una terra lontana migliaia di chilometri dai loro affetti”.