“Se Progres e Michela Murgia intendono risolvere positivamente la questione della loro alleabilità personale e di partito, alleabilità per un progetto di governo che si proponga per le prossime elezioni regionali sono ben venuti e, per noi, soci fondatori del centro sinistra e sovranista. Se questa disponibilità non si manifesta, ci pare che gli annunci, le fughe in avanti, i toni francamente eccessivi di Michele Piras non sono di stimolo a positive riflessioni; e, se proprio ci tenesse, non concorrono a facilitare i percorsi di alleanze leali e solidali”.
E’ il nucleo centrale di una lettera aperta del presidente dei Rossomori Gesuino Muledda. Un invito esplicito a Progres e a Michela Murgia (che comunque non ha ancora sciolto la riserva sulla sua candidatura a governatore: lo farà il 3 agosto) a entrare nella coalizione di centrosinistra. Ma anche un tentativo di dare uno sbocco alla polemica che nei giorni scorsi si è aperta all’interno della coalizione del centrosinistra dopo che il deputato di Sel Michele Piras ha lanciato un appello ad aprire il tavolo della coalizione (che tornerà a riunirsi domani) alla scrittrice e ai movimenti.
All’appello aveva risposto subito il segretario dei Rossomori Salvatore Melis con una dichiarazione che è apparsa di chiusura. Non solo verso Michela Murgia, ma verso qualunque ipotesi di nuovi ingressi di “area sovranista” nella coalizione.
Nella sua lettera Muledda rivendica ai Rossomori il neologismo ormai entrato stabilmente nel dibattito politico. Il termine sovranismo, ricorda, comparve per la prima volta nel titolo “di una tesi congressuale che i militanti della federazione di Cagliari del Psd’Az presentarono al congresso di Arborea abbastanza prima che lo stesso partito si alleasse con i berluscones di Sardegna. Il titolo era “soverania est indipendentzia“. Quella tesi, e quell’accezione di “sovranismo”, scrive Muledda, “è diventata la carta fondante di Rossomori”. E dunque con essa “tutti devono fare i conti. Tutti stanno facendo i conti”.
Ed è a partire da questa affermazione della centralità dei Rossomori che si possono aprire le porte della coalizione. Sempre che tutti si attengano alla regola sacra delle zone rurali della Sardegna (che Muledda cita all’inizio della sua lettera), secondo cui “Chie tenet cumpanzu tenet mere“. Cioè il socio (anche in una coalizione politica) è anche in un certo modo “padrone” dell’altro socio. Solo a partire da questo si può instaurare una collaborazione stabile.
Dunque le condizioni della collaborazione: con Michela Murgia, “a patto che polemizzi con i portatori dell’idea di sovranismo e non banalizzi le loro posizioni”; con il mondo a patto che non dica “indipendentzia e bò”.