Un patrimonio di quasi 170 siti minerari dismessi in tutta la Sardegna. Con altra concentrazione nel Sulcis Iglesiente. La rinascita passa attraverso due fasi. Primo, la riqualificazione ambientale attraverso le bonifiche. Secondo, la valorizzazione per trasformare i siti in una “miniera di risorse”. Per le bonifiche la Regione è pronta con un piano da 350 milioni di euro ma è al lavoro anche l’Università di Cagliari. Sabato e domenica si potranno ascoltare, in occasione della Settima giornata nazionale sulle miniere, anche gli esperti che arrivano dagli Usa.
Sarà un workshop internazionale durante il quale saranno presentati progetti di risanamento, opportunità occupazionali e imprenditoriali. “Competenze e ricerche dell’Università – ha spiegato il rettore dell’ateneo cagliaritano, Maria Del Zompo, intervenendo durante la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa – devono essere messe a disposizione del territorio, delle amministrazioni e delle imprese”.
I siti minerari dismessi nel Sulcis Iglesiente sono 113, e 169 in tutta la Sardegna. Il primo problema da superare è la contaminazione da metalli pesanti. Gli studi evidenziano oltre 65 milioni di residui minerari nel Sulcis, 71 a livello regionale. “Ma – ha spiegato Giovanni De Giudici, ricercatore e Phd Dipartimento Scienze chimiche e geologiche – ci sono anchedelle buone potenzialità”. La prima area è quella del Rio San Giorgio, una zona di 54,5 chilometri quadrati con sedici aree minerarie dismesse.