Si sono date appuntamento davanti al Consiglio regionale, a Cagliari, per rivendicare “l’immediata introduzione della doppia preferenza di genere nella legge elettorale sarda”. All’appello lanciato dal collettivo Heminas con un passaparola su WhatsApp, hanno risposto un centinaio di donne arrivate da tutta l’Isola.
In testa il fazzoletto – su muccadori – a richiamare la battaglia femminile di Pratosardo, quando nel giugno del ’69 Orgosolo si oppose alle esercitazioni militari della Brigata Trieste che fu letteralmente cacciata dopo quattro giorni di occupazione. A presidiare e difendere le terre anche le donne barbaricine, coi figli tenuti per mano.
Ha parlato per tutte Carmina Conte che già nel 2013 organizzò una mobilitazione femminile, quando il Consiglio affossò col voto segreto la doppia preferenza di genere. “Passati quattro anni – dice – la Sardegna non ha ancora una legge elettorale che riconosca la pari dignità delle donne nell’accesso alla politica. Tanto che oggi nella massima assemblea sarda si contano appena quattro consigliere”.
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Due di loro, Anna Maria Busia e Daniela Forma, erano presenti oggi. Hanno partecipato anche le assessore di Cagliari, Marzia Cillocu e Francesca Ghirra, così come la consigliera di Monserrato, Rita Mameli, l’ex presidente del Pd sardo, Daniela Porru, l’ex sindaca di Pula, Carla Madau e la leader di Sardigna Libera, Claudia Zuncheddu. In prima linea pure le giornaliste Alessandra Sallemi, Cristina Muntoni e Stefania Cotza. Poi ecco l’imprenditrice Daniela Ducato, l’ingegnera Maria Sias, la vicepresidente di Anpi Cagliari, Luisa Sassu, e Patrizia Desole, coordinatrice dei centri anti-violenza di Olbia e Oristano. Col fazzoletto in testa anche il consigliere dei RossoMori, Paolo Zedda.
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Proprio ieri sulla doppia preferenza di genere il presidente della commissione Riforme, Francesco Agus, ha convocato le esponenti di “Meglio in due”, altro collettivo femminile mobilitato da tempo sul tema e rappresentato oggi da Elena Secci. Agus dice: “Per accorciare i tempi la doppia preferenza verrà introdotta nell’attuale legge elettorale con una norma stralcio. Anche perché sta sfuggendo un aspetto: l’Assemblea sarda non ha il potere di scegliere o meno se adeguarsi, piuttosto deve obbligatoriamente farlo e basta in applicazione a quanto prevede la legge 20 del 2016”. Secci sottolinea: “Noi non abbassiamo la guardia, la strada è ancora lunga. Attendiamo intanto il passaggio in Aula della norma e poi bisognerà evitare il voto segreto”. Così Carmina Conte: “Visto l’epilogo del 2013, la prudenza non è mai troppa. Da parte del Consiglio serve il primo decisivo segnale sull’immediata calendarizzazione della doppia preferenza nei lavori dell’Assemblea”.
Al. Car.
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