E’ la deriva giudiziaria della guerra che ha diviso il consiglio d’amministrazione dell’Ente lirico. Ieri il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda – assistito dai suoi difensori Giuseppe Macciotta e Fabio Pili – ha trascorso oltre cinque ore (da poco dopo le 15 alle 20,30) davanti al giudice delle indagini preliminari Lucia Perra che deve decidere se accogliere la richiesta, avanzata dal pubblico ministero Giangiacomo Pilia, di interdirlo della presidenza dell’Ente.
La decisione del giudice arriverà dopo la conclusione dell’esame delle risposte date dal primo cittadino cagliaritano e della documentazione presentata dalla difesa: una memoria di 140 pagine. Alla quale va aggiunta una relazione difensiva – già consegnata al giudice – nella quale il consigliere d’amministrazione Mario Marchetti (che è un ex magistrato) non solo accredita la correttezza del comportamento di Zedda, ma segnala comportamenti dubbi messi in atto dal fronte opposto nella interminabile guerra per il controllo dell’Ente.
La richiesta di interdizione si fonda su una lista di 17 comportamenti che, secondo il pm, dimostrano che Zedda ha nei fatti danneggiato il Lirico. Sono tutti inquadrabili in un atteggiamento che la procura considera pretestuosamente ostruzionistico, volto a ostacolare Mauro Meli, il Sovrintendente che fu nominato al posto di Marcella Crivellenti, la manager scelta da Zedda con l’intento di rimettere in sesto il disastrato conto economico del Lirico. Un’accusa che si fonda in parte su una serie di denunce contro Zedda presentate un un ex consigliere di amministrazione, Gualtiero Cualbu.
La richiesta di interdizione – la prima di questo genere nella storia degli enti lirici italiani – è arrivata dopo che l’indagine principale su Zedda e la nomina della Crivellenti si è conclusa col rinvio a giudizio del sindaco per abuso d’ufficio.