“Le forze armate tedesche smettano di distruggere la Sardegna con le loro esercitazioni. È tempo di ritirare le truppe di stanza nell’Isola: i sardi ci ringrazierebbero”. Così l’esponente del partito della sinistra tedesca Die Linke, Inge Höger, ha commentato le risposte fornite dal governo Merkel all’interrogazione sull’incendio che il 4 settembre scorso ha mandato in fumo 26 ettari di vegetazione, durante un’esercitazione dei Tornado tedeschi a Capo Frasca.
L’esecutivo, confermando la piena responsabilità delle forze armate teutoniche, ha spiegato che lo Stato italiano non ha avanzato alcuna richiesta di risarcimento, alla luce di un accordo bilaterale che assegna ogni responsabilità al ministero della Difesa italiano. Anche se, al momento, l’unica istituzione ad aver pagato la bonifica dell’area interessata dal rogo, è stata la Regione Sardegna. In merito all’accordo, il senatore del Movimento 5 Stelle Roberto Cotti ha presentato un’interrogazione al ministro Roberta Pinotti per conoscere nel dettaglio il contenuto del documento.
A quantificare l’esborso per le operazioni di spegnimento dell’incendio del 4 settembre è stato il presidente della Regione Francesco Pigliaru, che durante il consiglio convocato d’urgenza quattro giorni dopo, ha ricordato che è stato impiegato esclusivamente il personale del Corpo forestale regionale, con 86 lanci d’acqua da elicottero e una spesa complessiva di 20mila euro. “Quel che è successo a Capo Frasca è inconcepibile”, aveva commentato il governatore, chiedendo la chiusura del poligono accompagnata da una profonda rivisitazione del peso delle servitù sull’Isola.
“Il popolo sardo è giustamente indignato per i danni alla salute e all’ambiente che derivano dalle esercitazioni – ha aggiunto la parlamentare Höger – mentre il governo tedesco minimizza l’accaduto e non fa alcuna autocritica. Le proteste dei sardi dimostrano una visione molto più critica, a riguardo”. Il riferimento è all’imponente manifestazione organizzata pochi giorni dopo i fatti di Capo Frasca proprio davanti all’ingresso del poligono, con la partecipazione di migliaia di persone e l’occupazione simbolica della base.
Pablo Sole