“Una nuova (?) legge urbanistica”. Era questo il titolo del convegno organizzato ieri dai Rossomori e da Possibile sul ddl approvato dalla giunta di Francesco Pigliaru a marzo (leggi qui). Sala gremita all’hotel Caesar di Cagliari. Al tavolo dei relatori Sandro Roggio, architetto e urbanista; Alessio Satta, ingegnere e ultimo direttore della Conservatoria delle Coste; Giuseppe Melis professore associato Scienze economiche e statistiche dell’Università di Cagliari. presenti anche le associazioni ambientaliste Wwf, Italia Nostra, Gruppo di Intervento Giuridico (Grig), Federparchi e Anci Sardegna.
Gli interventi li ha aperti il presidente dei RossoMori, Gesuino Muledda, con un affondo alla Giunta. “La politica – è scritto in un comunicato – deve sempre essere portatrice di interessi diffusi, in relazione all’azione di governo. La stessa Regione Sardegna si è dotata di di una prima legge di tutela negli anni 74/75. Per questo si sono fatte delle lotte e la questione ambientale è diventata da allora patrimonio di tutte quelle forze anche labilmente progressiste. L’attuale Esecutivob segna una svolta: mette in discussione la cultura progressista perché abbandona la politica di conservazione del territorio e predispone al suo depauperamento. Questa legge urbanistica è peggiore di quella presentata dal centrodestra, consente volumeterie all’interno dei 300 metri dal mare con palese violazione e contrasto del Piano paesaggistico regionale (Ppr) e introduce elementi devastanti che sono le norme derogatorie, che sono un’aberrazione, concentrando il potere decisionale nelle mani della Giunta e sottraendola alle autonomie locali che sono l’essenza della democrazia”.
Così Sandro Roggio: “I grandissimi alberghi hanno spazi da buttare e a settembre sono chiusi – si legge ancora nella nota dei RossoMori. Non corrisponde al vero che l’aumento delle volumetrie consente di estendere la stagione turistica. L’articolo 43 del nuovo ddl ha un suono altisonante, ‘Programmi e progetti ecosostenibili di grande interesse economico e sociale’, ma è in grado di smantellare il Ppr pezzo per pezzo. Questa legge è uno strumento pericolosissimo”.
Alessio Satta: “Le strutture alberghiere potenzialmente beneficiarie dei bonus volumetrici nella fascia dei 300 metri ammontano a 318. A queste vanno sommate altre 177 extralberghiere, come villaggi turistici e affittacamere” Satta ha poi presentato una prima valutazione delle apparenti differenze tra la potenzialità insediativa nella fascia costiera, secondo i parametri del Ppr, e quelle del nuovo Ddl. “Si tratta approssimativamente di oltre 8 milioni di metri cubi di volumetrie teoriche. In più, se si considera una costa sabbiosa media compresa tra i 30 e i 50 metri, a queste dovranno essere sottratte quelle già legittimamente realizzate sull’intero territorio comunale”.
Giuseppe Melis: “Il prodotto turistico ha un fattore specifico, che attiene al fornitore (albergatore, gestore di museo, ecc) e uno globale che attiene al viaggiatore. Investire solo su uno dei due fattori è un errore scientifico metodologicamente. L’aumento di volumetrie di per sé non attrae turismo. Il paesaggio è cultura, identità, tradizioni, ecc. Segmentare l’offerta con pacchetti mirati e creare il contesto. Quindi attenzione alla rete di accesso in relazione ai trasporti e alla mobilità”.
Emiliano Deiana, presidente di Anci Sardegna: “L’associazione dei Comuni non ha elaborato ancora una linea , ma ascolterà tutti perché è un’istituzione anche in situazioni difficili darà il proprio punto di vista. C’è una certezza però sul proprio ruolo: non verranno assolutamente accettate riduzione di autonomia e di peso politico nelle decisioni sul territorio in funzione di concentrazioni di potere regionale”.
Gli interventi delle Associazioni (Tore Sanna per Federparchi, Stefano Deliperi per il Gruppo di Intervento giuridico, Graziano Bullegas e Maria Paola Morittu per Italia Nostra, Carmelo Spada per il WWF) hanno tutti evidenziato le forti contraddizioni del Ddl col Ppr e quanto questa discordanza definisca per il ddl un profilo di illegittimità, essendo i Piani Paesaggistici ed il Codice del Paesaggio sovraordinati alle normative regionali. Nei diversi interventi sono emersi inoltre lo scarso livello di coinvolgimento di associazioni e stakeholders nel processo di formazione della legge e l’efficacia limitata di alcune norme introdotte sulla partecipazione (Dibattito Pubblico). Per Tore Sanna, ancora, prioritario era il completamento del Ppr con la disciplina degli ambiti interni. Ppr che, per Sanna, è il vero motore di sistema di sviluppo e di relazioni locali tra i diversi ambiti dell’Isola e per il sistema delle Autonomie Locali. La legge Urbanistica, invece, avrebbe dovuto seguire il Ppr non emendandolo, ma rispecchiandovisi appieno.