Legge urbanistica, l’alt di Erriu in una lettera a Pigliaru: “Mancano i numeri”

Era previsto per stamattina l’arrivo del testo in Consiglio regionale. Ma per la legge urbanistica “Governo del territorio” firmata dall’assessore Cristiano Erriu l’iter di un anno e mezzo non pare sufficiente. E l’inchiodata a sorpresa arriva proprio dal ‘padre’ del ddl che si propone di riformare l’ambito – quanto mai scivoloso – dell’assetto del territorio (non solo costiero). In una lettera riservata al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, Erriu infatti chiede uno stop. Non uno stop tecnico qualsiasi. Bensì motivato per ragioni politiche, vale a dire i numeri del voto. Il rischio, a quanto pare, è che la legge non passi come era successo ormai dieci anni fa su un emendamento con la giunta Soru, da lì le sue dimissioni. Erriu scrive in modo chiaro: “Non possiamo non prendere atto che non ci sono i numeri e che manca la volontà politica di andare avanti nella discussione di questa legge”. Quindi, aggiunge, “non possiamo che essere coerenti con noi stessi quando affermiamo che un provvedimento di questo tipo non può essere approvato a colpi di maggioranza e tantomeno a attraverso accordi consiliari poco trasparenti”. Da qui la richiesta a Pigliaru di: “prendere tutte le iniziative necessarie perché il provvedimento ritorni all’attenzione della commissione competente con il solo fine di trovare ulteriori indispensabili livelli di condivisione in particolare con le autonomie locali della Sardegna”. E così, questa mattina, al posto della discussione c’è stato il voto rapido: il ddl tornerà in commissione (qui la cronaca) anche se la posizione di Antonio Solinas, presidente del parlamentino è scettica: “Il Consiglio ha abdicato al proprio ruolo”.  Qui le reazioni della politica.

Il contesto “burrascoso”. L’amarezza e la delusione sono chiare e lampanti: sui contenuti e sul metodo. “Ritengo – scrive – che il lavoro fatto abbia consentito di raggiungere, sul testo approvato, un livello alto di mediazione. Ciò è avvenuto in un contesto a tratti burrascoso. Si è visto e letto di tutto sullo sfondo della polemica politica. Ci sono stati colpi bassi, tentativi di discredito personale, travisamento malizioso delle condizioni oggettive”. Parole dure che si riferiscono ai due punti principalmente contestati (e poi limati): le cubature per i “servizi degli hotel” e il rispetto del Piano paesaggistico regionale sulla fascia costiera (leggi qui). In campo soprattutto le associazioni ambientaliste, ma le polemiche sono state anche interne al partito – Pd -e a una parte della sinistra. E appena qualche giorno fa è spuntato pure il referendum ‘contro’ proposto dal movimento Autodeterminatzione.

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Il fuoco ‘amico’ e l’artificio retorico dei 300 metri dal mare. Non è piaciuta all’assessore la proposta di legge alternativa di Art.1 e Sdp  in netto contrasto con quella della Giunta- Così scrive: “la ricerca del bene comune da perseguire attraverso il rispetto delle esigenze di tutela e di salvaguardia del bene pubblico con quelle, altrettanto importanti, di uno sviluppo economico armonico, ordinato, e sostenibile per la nostra Isola sono state sostituite dalla pura tattica politica che ha finito per prendere il sopravvento”. “La discussione – argomenta Erriu – si è concentrata quasi solo su un aspetto tutto sommato marginale riguardante l’eventuale incremento volumetrico delle strutture ricettive nella fascia costiera dei 300 metri”. Come se, conclude l’assessore, “questa parte riguardasse il tutto: un artificio retorico, una sineddoche, un’enorme finzione che però è stata utilizzata come leva potente per impedire ancora una volta di fare una buona riforma”.

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Il silenzio di piombo del Cal, con la fuga dei dieci sindaci. Ma l’ultima mossa è stata quella del Cal, Consiglio autonomie locali. Avrebbe dovuto esprimere un parere sulla legge, secondo quanto previsto dal percorso istituzionale, ma è saltata la convocazione. Più di un disguido anche perché dieci dei trentasei sindaci hanno poi firmato un comunicato che esprimeva molte perplessità sulla legge: dal ruolo dei sindaci fino all’impatto nelle aree interne. Una mossa bollata dalla Consulta ambiente e territorio come “manovra di palazzo” e rilevata dallo stesso Erriu: “prima che assessore all’Urbanistica, mi considero assessore agli Enti locali e non posso che prendere atto che durante il percorso c’è stato un vulnus che io considero insuperabile. Riguarda la mancata acquisizione del parere del Consiglio delle Autonomie locali”. “Ho troppo rispetto – afferma – per il sistema organizzato delle autonomie locali per trascurare o sottovalutare questo elemento”.

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La conta e il voto in arrivo. L’aria, da tempo, è quella della campagna elettorale con il voto imminente il prossimo febbraio. La decisione di Erriu arriva anche a pochi giorni dalla mozione di censura contro l’assessore alla Sanità presentata dal Partito dei sardi che sostiene la maggioranza, già allora si era fatta strada l’ipotesi che in Aula, sull’urbanistica, potessero mancare i voti (il Pds esprime cinque consiglieri) necessari per l’approvazione.

mo. me. 

 

 

 

 

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