Nel Comune di Cagliari è nato il gruppo degli “Autonomisti per Lussu”. Lo hanno formato tre consiglieri sardisti – Monia Matta, Aurelio Lai e Francesco Stara – che hanno così preso le distanze dall’accordo Psd’Az-Lega ufficializzato ieri da Christian Solinas e Matteo Salvini. A darne notizia è Matteo Massa, il presidente dei Progressisti sardi, il gruppo degli ex Sel.
Sul sito del Comune l’aggiornamento della sezione dedicata agli schieramenti in Aula è attesa in queste ore. Ma la scelta dei tre esponenti dei Quattro Mori vale una certezza politica: il sindaco Massimo Zedda – che l’altro giorno ha silurato l’assessore Gianni Chessa proprio per via dell’accordo tra sardisti e camicie verdi (Chessa è un fedelissimo di Solinas) – ha dunque la maggioranza per continuare a governare in Municipio. I consiglieri del Psd’Az nell’assiste cittadina sono infatti quattro (sui ventidue della maggioranza). E con i tre che si dissociano dalla linea del partito dando vita gli ‘Autonomisti per Luss’, resta isolata Gabriella Deidda.
Massa ha scritto: “L’alleanza del 2016 per le Comunali ha avuto la forza di riportare nel campo progressista il Psd’Az, un grande partito con una grande storia che rappresenta una parte importante dell’orgoglio del popolo sardo. Ciò che ha portato al ritiro delle deleghe assessoriali a Gianni Chessa – prosegue Massa – è l’alleanza firmata dal segretario nazionale Solinas con la Lega. Che è un partito portatore di quelli che io chiamo disvalori, distanti dai valori della maggioranza consiliare di Cagliari e dei cagliaritani, dall’animo dei sardi e dallo stesso Statuto del Psd’Az. Ricordo che nella Regione Lombardia la Lega ha candidato alla presidenza una persona che parla ancora, nel terzo millennio, di difesa della razza bianca”.
In Comune il gruppo dei Quattro Mori al momento rimane in piedi. Perché oltre alla Deidda avevano aderito Lino Bistrussu (La Base) e Roberto Tramaloni (Partito dei sardi). Ma se anche questi tre esponenti dell’assemblea civica dovessero passare all’opposizione, Zedda continuerebbe a contare con una maggioranza solida, da diciannove consiglieri contro gli eventuali i tredici dell’opposizione. (al. car.)