“La nuova amministrazione della compagnia italiana di navigazione (ex Tirrenia) ha risposto ad alcune domande ma restano molte aree grigie da chiarire, sia per ciò che riguarda il recente passato, sia per il prossimo futuro.” Così i senatori Pd Marco Filippi e Silvio Lai dopo l’audizione del nuovo amministrazione della ex Tirrenia indicato dalla nuova proprietà che ha sottoscritto il capitale della ex compagnia di navigazione, al 60% famiglia Onorato e al 40% Moby, in audizione dopo la richiesta di convocazione che il Pd aveva fatto dopo il passaggio di proprietà e le polemiche per il caro traghetti.
“L’operazione di privatizzazione della Tirrenia non ci ha mai convinto – ha detto il capogruppo Pd in commissione trasporti Marco Filippi – perché non sono stati messi sullo stesso piano gli interessi di tutti i soggetti coinvolti come si può evidenziare dalle denunce che ogni anno sono numerosissime e riguardano eccessi tariffari. Inoltre siamo stati e siamo nettamente contrari ad ogni forma di concentrazione che impedisca al mercato di funzionare, o alle istituzioni di porre in campo un adeguato controllo e regolazione. In questo caso siamo di fronte ad un rischio di concentrazione evidente e alla necessità, da parte del Parlamento, di vigilare su rotte che sono onerate senza rinunciare alla verifica anche di quelle non onerate.”
“Per noi – hanno detto Marco Filippi e Silvio Lai – non sono accettabili cartelli e tariffe di lusso, per di più su rotte sussidiate, come quelle che stanno manifestandosi in questi giorni, e la preoccupazione aumenta di fronte a ciò che può succedere con un’unica proprietà delle due principali compagnie che operano sulle rotte italiane.”
“Rispetto al quadro della continuità con la Sardegna, prendiamo atto della conferma della sede legale e amministrativa della società in Sardegna, sulla certezza dell’occupazione per i lavoratori appena assunti nell’isola – ha detto Silvio Lai – quanto della consegna di un dossier all’AGCM sull’assenza di problemi di concorrenza perché sarebbero solo due le rotte che coincidono tra Cin e Moby, tuttavia le valutazioni sulle quali occorre estendere l’attenzione é sul piano industriale, sulle prospettive imprenditoriali che hanno consentito di ottenere il finanziamento dalle banche per la liquidazione dei precedenti soci, su quelle che riguardano il 2020 quando le navi dovranno rispettare l’accordo Eca sulla riduzione delle emissioni di zolfo. Tuttavia restano ancora molte le questioni da verificare perché questa continuità marittima sia adeguata ai diritti dei cittadini italiani quanto alla competitività dell’economia turistica dell’isola così duramente provata da questi anni di caro tariffe”.
“Dobbiamo continuare ad approfondire le questioni ancora aperte, audire lavoratori, sindacati e istituzioni coinvolte, e verificare le proposte che a settembre l’azienda farà al governo sulla revisione annuale della convenzione con lo Stato. Siamo al terzo anno di una convenzione di sette anni – hanno detto il capogruppo Marco Filippi e Silvio Lai – e dobbiamo certamente intervenire per vigilare ma guardare ad un nuovo modello più funzionale e con certezze sulle tariffe massime che oggi per tre mesi l’anno sono lasciate libere e creano sospetti e proteste. E probabilmente è tempo di lavorare ad una nuova legislazione sulla continuità marittima che impedisca concentrazioni, cartelli o la tentazione di minare quella base il diritto alla mobilità degli italiani”.