Dopo l’appuntamento di ieri a Cagliari, Michela Murgia si è spostata in Ogliastra, a Loceri. Con un doppio obiettivo: illustrare il progetto politico di Sardegna possibile, di cui la scrittrice è la leader, ma anche presentare il candidato del territorio, Luca Barrui (30 anni, ingegnere e direttore tecnico di impresa). Correrà nella Lista civica, una delle tre liste che alle Regionali del 2014 sosterranno la Murgia come governatrice.
La Murgia ha illustrato il percorso di Sardegna possibile: “Il nostro progetto sarà costruito con l’aiuto e la collaborazione di tutti i sardi che intendono intraprendere questo cammino di cambiamento con noi. I punti che riproporremo oggi in Ogliastra rappresentano il principio di una road-map da ampliare e migliorare attraverso i processi partecipativi”.
In cima alla lista delle priorità, la Murgia ha messo “l’istituzione della Cassa sarda delle entrate, primo passo che ci proponiamo di compiere, perché è necessario poter gestire le nostre risorse economiche”. La candidata governatrice ha continuato con “la riforma della legge sull’istruzione” e col Piano energetico regionale.
“Molti – ha detto in proposito – ci accusano di non volere gli impianti eolici o quelli fotovoltaici, questo non è vero. Vogliamo che il nostro sistema energetico si basi sulle energie rinnovabili, ma vogliamo regole certe che ci assicurino che i beneficiari non siano i gruppi industriali che usufruiscono dei grandi finanziamenti”. La candidata ha anche parlato di “una moratoria che blocchi i piani di trivellazioni e tutte le speculazioni energetiche”.
Quanto ai trasporti, ha detto la Murgia, “Siamo stati cancellati dalla cartina, c’è stata negata l’integrazione nel Master-plan europeo delle grandi autostrade del mare. Non è più possibile essere sottomessi a queste modalità di decisione, dobbiamo prenderci in carico scelte di sovranità che già oggi sono possibili”. Infine la Sanità. “A Cagliari . ha sottolineato – non esiste ad oggi un registro tumorale. Non possiamo porre soluzioni se non comprendiamo a fondo i problemi”.
“Il nostro progetto – ha concluso – non si basa esclusivamente sul cosa fare, è importante riflettere su come vogliamo applicare le nostre politiche. Abbiamo solo cinque anni per applicare la nostra idea di Sardegna Possibile. Creeremo trenta micro modelli progettuali che funzionino come laboratori. Questo laboratori ci permetteranno di valutare quali progetti funzionano e possono essere replicati e quali hanno fallito e vanno pertanto o abbandonati o integrati”. Quindi i tempi: “Tutto questo deve essere applicato nei primi tre anni di governo, calibrando le risorse e monitorando riforme che di volta in volta porteremo avanti”.