Il premier incaricato Enrico Letta non è soltanto nipote di Gianni, il consigliere di Berlusconi per le questioni istituzionali. Ha anche uno zio sardo, lo scrittore Gian Paolo Bazzoni, a cui tra l’altro somiglia abbastanza. Bazzoni – “scrittore, drammaturgo e fine umorista”, come è descritto nella breve scheda biografica di Sardegna Digital Library (da cui è tratta l’immagine che illustra questo articolo) è il fratello minore di Elsa Bazzoni, la nonna materna del premier incaricato. E infatti Anna Banchi, la madre di Enrico Letta, è nata a Sassari e cresciuta a Porto Torres.
A quanto pare nel Duemila, al tempo in cui era ministro dell’Economia, Enrico Letta, in visita a Porto Torres, restò sorpreso per quella sala affollata di cittadini e curiosi che erano anche suoi parenti.
Fatto sta che Anna Banchi poi andò a studiare a Pisa dove conobbe Giorgio Letta, abruzzese di Avezzano e fratello del più celebre Gianni, e si sposarono. Nel 1966, a Pisa, nacque Enrico. Il quale – raccontano i genitori intervistati da L’Unione sarda – fin da bambino ha mantenuto un certo rapporto con la Sardegna dove trascorreva un paio di mesi tutte le estati. In parte a Porto Torres e in parte a a Stazzu Capruleddu, “un posto meraviglioso a San Francesco d’Aglientu”.
Come è normale in questi casi, la ricerca di ‘frammenti di sardità’ è molto minuziosa. Così, mentre l’Unione sarda segnala che la stessa esistenza al mondo del premier incaricato è dovuto a un episodio accaduto in Sardegna durante la guerra (l’incontro tra la nonna Elsa Bazzoni e il tenentino maremmano Banchi), la Nuova Sardegna sottolinea che nonna Elsa era vicina di casa di Francesco Cossiga e che nello studio romano di Enrico Letta c’è una bandiera dei Quattro Mori.
Con l’aria che tira a Roma, i parenti sardi non nascondono qualche preoccupazione. E così lo zio scrittore Gian Paolo Bazzoni esprime l’auspicio, col quotidiano di Cagliari, che il tentativo del nipote non venga bruciato. In tal caso – questo è dato per certo – Enrico Letta verrà nell’Isola da premier. Ma già ne conosce bene i problemi. Ha per esempio una sua idea sull’industria chimica, manifestata in occasione di quella visita da giovane ministro. La sintetizza lo zio sul quotidiano sassarese: “La chimica è uno dei grandi temi – aveva detto – ma va ripensata con una riconversione diversa da quella attuale a Porto Torres e Sarroch. L’abbandono, però, è deleterio».