La leggina salva-Geoparco, quella che prorogava di un anno i 502 contratti, è azzerata. Per i lavoratori dell’Ati Ifras – la società che in convenzione con la Regione gestisce il recupero e le bonifiche dei siti minerari – scatta la cassa integrazione a partire dal 1° gennaio 2017 e per due mesi. La questione Geoparco era oggi all’attenzione del Consiglio regionale, dove la norma è riapprodata dopo i dubbi di irregolarità sulla proroga sollevati dal direttore generale dell’assessorato al Lavoro. E in Aula, intervenendo sul tema, il vicepresidente della Giunta, Raffaele Paci, ha fatto sapere che la Procura di Cagliari ha aperto un’indagine sulle procedure pubbliche seguite in passato.
L’Ati Ifras è convenzionata con la Regione dal 21 dicembre 2001. La gran parte dei 500 dipendenti è in pianta organica attraverso i lavori socialmente utili (Lsu). Da quindici anni il sistema, quindi anche il rinnovo dei contratti, si regge sulle proroghe. L’ultima scade il 31 dicembre. Di lì la decisione del Consiglio regionale, il 29 novembre scorso, di far proseguire la convenzione per altri dodici mesi.
Ma all’indomani dell’approvazione della leggina, Eugenio Annicchiarico, il Dg dell’assessorato regionale al Lavoro, si è opposto e ha bloccato le pratiche. Non solo: il direttore generale ha anche sollevato il caso davanti all’Autorità nazionale dell’anticorruzione (Anac), alla quale ha chiesto un parere.
Dal 2001 il Geoparco è costato alla Regione oltre 350 milioni – è stato detto in Aula – ma l’enorme iniezione di liquidità non ha mai risolto il problema della precarietà lavorativa. Per questo la giunta di Francesco Pigliaru ha deciso di fare ordine nel sistema con un bando di gara internazionale per affidare funzioni e compiti svolti oggi dall’Ati Ifras. Le carte sono pronte, fanno sapere dall’assessorato al Lavoro guidato da Virginia Mura, e la prima pubblicazione avverrà entro la fine del mese.
Al momento non è dato sapere quanti mesi ci vorranno per chiudere la gara, mentre è stato definitivo il percorso che verrà seguito per il salvataggio delle buste paga. Nei due mesi di cassa integrazione, dal 1° gennaio, i 502 dipendenti dell’Ati Ifras saranno ‘censiti’ per ricostruire curricula e competenze. Dopo di che “verranno assorbiti, per un massimo di nove mesi e con contratti a tempo determinato, in Igea (la spa della Regione che si occupa di bonifiche) o in altri enti e società pubblici”, ha spiegato Paci.
Il numero due della Giunta, nonché titolare della Programmazione, ha poi sottolineato: “La situazione è complessa e si trascina di tredici anni. Noi abbiamo solo l’obiettivo di tutelare i lavoratori dando loro certezze con provvedimenti che abbiano una solida base amministrativa: non sono in discussione la salvaguardia dell’occupazione e la continuità reddituale dei lavoratori. Ma rispetto al passato bisogna cambiare registro”.
Paci, quindi, ha confermato l’attenzione della Procura su tutte le procedure di proroga seguita sino a oggi, visto l’enorme costo per le casse regionali. E dal dibattito in Aula è emerso anche un secondo rilevante dettaglio che, con molta probabilità, è già sotto la lente della magistratura: per l’Ati Ifras il margine di guadagno concordato nella convenzione è stato circa del 15 per cento rispetto al totale incassato.
Al. Car.
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