Dieci giorni (e sedici morti) dopo il ciclone Cleopatra, nessuno ha voglia di riconoscere la paternità della norma che concede l’abitabilità ai seminterrati. Nei palazzi della politica preferirebbero far passare l’idea che quella disposizione sia figlia di nessuno, spuntata quasi per caso in consiglio regionale e infine approvata dalla maggioranza di centrodestra. I resoconti consiliari però, che nulla concedono all’oblio, raccontano un’altra storia. E fanno nomi e cognomi.
Il primo è quello dell’assessore all’Urbanistica Nicolò Rassu, che il 18 marzo 2011 presenta una serie di modifiche e integrazioni al Piano casa, approvato nell’ottobre del 2009. E nel comma 11 dell’articolo 1 appare la seguente disposizione: “La Regione promuove il recupero a fini abitativi dei seminterrati”. Si badi bene: in tutto il territorio regionale, comprese le aree a rischio idrogeologico critico o elevato, nessuna distinzione. Basta un’altezza minima di 2,4 metri, una “ventilazione naturale non inferiore ad 1/8 della superficie del pavimento” ma si può installare anche una ventola. E poi bisogna rispettare le norme igienico-sanitarie. Come si può ben comprendere, si tratta di una disposizione che ha un effetto potenzialmente devastante perché permette di rendere abitabile anche il seminterrato di un’abitazione costruita, ad esempio, a due metri da un fiume.
Una pezza arriva dalla commissione Urbanistica, presieduta dal geometra olbiese Matteo Sanna(Pdl), quando si precisa che il “recupero a fini abitativi” è “vietato nelle aree dichiarate di pericolosità elevata o molto elevata” dal Piano stralcio per l’assetto idrogeologico. Ma siccome non si può avere tutto, spariscono le prescrizioni igienico-sanitarie. Buone nuove però per contadini e allevatori: la norma viene estesa anche alle aree agricole (“Ma che ci devono fare con i seminterrati? Che io sappia si usano per far stagionare i formaggi, non per viverci”, commentò il consigliere del Pd Gian Valerio Sanna). In ogni caso, è proprio con questi criteri (articolo 15) che il Dl firmato Rassu diventa legge, il 21 novembre 2011. La stessa che Sel e Sardigna libera chiedono ora di cancellare.
I precedenti. L’assessore all’Urbanistica della giunta Cappellacci, peraltro, non fece altro che recepire una disposizione fortemente voluta dalla stessa commissione presieduta da Matteo Sanna fin dal 2009, quando introdusse la possibilità di rendere abitabili i seminterrati a valere su un disegno di legge firmato dall’allora assessore Gabriele Asunis. Che, nel testo originale, i seminterrati non li aveva nemmeno nominati. Arrivata in consiglio regionale per la discussione e accompagnata dalle feroci polemiche dell’opposizione (solo un anno prima Capoterra aveva pianto i quattro morti dell’alluvione del 22 ottobre 2008), la norma venne cassata dalla giunta con un emendamento ad hoc.
Il Pdl gioca al rialzo. Ma dura poco. A dicembre, una settimana prima del Natale 2009, Cappellacci decide di metter mano al Piano casa appena varato e presenta il disegno di legge 93. Che non prevede, neppure in questo caso, l’abitabilità dei seminterrati. Un particolare che non dev’essere sfuggito alla commissione, sempre presieduta da Sanna. Che infatti mette mano al testo e rilancia pesantemente: oltre ai seminterrati, si tenta di concedere l’abitabilità anche ai vani completamente interrati. L’articolato si arena e non arriva nemmeno in Aula.
Il ruolo del centrosinistra. Secondo Cappellacci. Quando però il presidente della Regione racconta che un primo tentativo di sdoganare seminterrati e interrati fu portato avanti nella precedente legislatura, non sbaglia. Lo ha ripetuto anche domenica scorsa all’Arena di Raiuno, in risposta all’ex governatore Renato Soru. In effetti, una prima bozza del testo sulla “Disciplina di governo del territorio regionale”, editata dalla commissione Urbanistica allora guidata da Stefano Pinna (Pd – L’Ulivo), pare contenesse una norma ad hoc. Se ne lamentò il Consiglio delle autonomie locali in una nota inviata alla commissione. È dunque il centrosinistra, come dice Cappellacci, il padre naturale dell’abitabilità dei seminterrati? Macché: rivista la bozza, sparirono seminterrati e piani interrati e il testo fu approvato con i soli voti della maggioranza. L’esatto contrario, insomma, di quanto fatto dal centrodestra.
Il resto è storia quasi recente, con l’approvazione delle modifiche al Piano casa e la rivincita dei seminterrati, ai quali è ora concesso l’onore dell’abitabilità. Ma a quale prezzo?
Pablo Sole