Diciotto milioni di euro destinati a 252 scuole per l’infanzia della Sardegna. Tutte private. L’assegnazione del maxi contributo è stata disposta pochi giorni fa dall’assessore regionale alla Pubblica istruzione Claudia Firino, riprendendo così una scelta fatta dall’esecutivo di Ugo Cappellacci a partire dal 2012. Con una piccola sforbiciata: dai 20 milioni messi sul piatto dall’ex governatore, oggi si è scesi appunto a 18. Senza contare, in ogni caso, che oltre ai contributi regionali ci sono pure quelli assegnati dal ministero dell’Istruzione.
Parola d’ordine: continuità
Dalla giunta Cappellacci, l’assessore Firino ha mutuato anche i criteri di assegnazione, con il plafond che viene suddiviso tra i vari richiedenti. Comprese le scuole materne cattoliche non riconosciute dallo Stato: bastano quattro righe del vescovo e una percentuale dei costi di gestione – compresi gli stipendi del personale e l’affitto degli immobili – la paga la Regione. Una situazione paradossale, considerato che in parecchie strutture pubbliche viene raccomandato ai bambini di munirsi perfino di fazzoletti e carta igienica. Nelle private, invece…
Togliere al pubblico per dare ai (ricchi) privati
Un’operazione del genere ha determinato, tra gli altri, effetti che lasciano un poco perplessi. Come il finanziamento di oltre 145mila euro accordato ad un istituto privato cagliaritano. Che a occhio e croce potrebbe pure campare con risorse proprie, visto che la retta annuale supera i 5mila euro a bambino. Escluse uniformi, visite d’istruzione e trasporti. A fronte di spese dichiarate per 421mila euro, gli introiti garantiti dalle rette dei cento alunni ammontano a circa mezzo milione di euro. Ai quali si aggiungono, appunto, i 145mila assegnati dalla Regione.
Pecunia non olet
A incassare i denari, anche parecchi istituti cattolici. Con cifre a sei zeri. Nelle casse della Congregazione Ancelle della Sacra Famiglia, ad esempio, sono in arrivo 987mila euro per 14 istituti, tutti in provincia di Cagliari, frequentati da 830 bambini. Fatti due conti, si parla mediamente di 1.189 euro a pargolo. Un po’ più cari i servizi della Congregazione Figlie della Carità San Vincenzo de’ Paoli: per 12 scuole materne e 636 fanciulli, il contributo supera di poco il milione di euro, vale a dire 1.622 euro a grembiulino. Ma il record spetta alla Congregazione delle Figlie di San Giuseppe, di stanza nell’Oristanese, con un contributo di 361mila euro per mandare avanti 6 asili e 167 alunni. Per ognuno, la Regione ha speso una media di 2.162 euro. Compresi i 12 bambini che frequentano la scuola materna San Giuseppe di Ruinas, che incasserà oltre 45mila euro. Poco più del contributo destinato all’istituto Sacra Famiglia di Villamar, che però di bambini ne accoglie 28. Cara, carissima la vita a Ruinas.
Pablo Sole