Appena un anno fa si riconoscevano sotto la fiamma del Movimento Sociale Sardo ed erano alleati con La Destra, oggi si riciclano in Noi con Salvini: i neofascisti isolani cambiano rotta e seguono il carro della Lega alla conquista del Sud isole comprese.
Eccoli dunque, i giovani sardi che nei giorni scorsi hanno organizzato un banchetto informativo in via Dante, a Cagliari, sotto la bandiera di Matteo Salvini: protestano contro la politica dell’accoglienza e dell’integrazione, rivendicano un’italianità al di sopra di tutto. Qui e ora il bersaglio del movimento neofascista isolano è il prefetto di Cagliari Alessio Giuffrida che, secondo gli attivisti, avrebbe proclamato “prima l’integrazione, poi la sicurezza”. In realtà basta tornare indietro di qualche settimana per leggere le reali dichiarazioni del prefetto cagliaritano che, in occasione di un vertice tra le forze della polizia, ha detto “più integrazione, meno tensione”: le sue parole sono state così contraffatte ad arte per scatenare l’odio di militanti e simpatizzanti.
Tanto basta, comunque, per chiamare a raccolta “tutti gli interessati che portino con sé la bandiera italiana” convocati nella manifestazione di sabato 14 marzo a Cagliari, in piazza Palazzo proprio davanti alla sede della Prefettura: chiederanno alle autorità “un cambio di rotta netto e repentino – si legge nell’invito all’evento sui social network – affinché sia garantita la giustizia sociale, senza trattamenti di favore per richiedenti asilo e immigrati irregolari, e affinché siano assicurati il decoro pubblico e la sicurezza dei cittadini con l’applicazione della legge pure nei confronti degli abusivi extracomunitari, che sembrano godere di un diritto di fare ciò che agli altri cittadini non è concesso”.
I ‘nuovi’ militanti che oggi si schierano con Salvini sono vecchie facce della destra cagliaritana, le stesse che hanno organizzato per anni in città una manifestazione per commemorare i caduti della Repubblica di Salò proprio il 25 aprile. Ma il neofascismo isolano non ha un solo volto e negli ultimi anni la rivisitazione delle ideologie della destra più estremista ha assunto connotati preoccupanti.
Per districarsi tra sigle, organizzazioni, comitati e movimenti è in arrivo un documento messo a punto da alcuni esponenti del Coordinamento Antifascista cagliaritano: il ‘Dossier sulle presenze e attività neofasciste a Cagliari e in Sardegna‘ sarà presentato tra qualche settimana nella versione completa, ma questa sera a Cagliari ci sarà una piccola anteprima dei risultati della ricerca. L’appuntamento è dalle 19,30 a Sa Domu, lo studentato occupato di via La Marmora nel quartiere di Castello: “Nell’Europa della crisi, l’avanzata dell’estrema destra nei sondaggi elettorali e nelle strade si fa sempre più consistente – spiegano gli organizzatori dell’evento – Francia, Grecia e Ucraina sono alcuni esempi della nuova internazionale nera, che sta raccogliendo consensi nelle città del vecchio continente. In Italia lo sdoganamento dei partiti e movimenti reazionari e xenofobi, da parte dei media, sta avendo dirette conseguenze nella vita dei quartieri, soprattutto popolari. Le nuove alleanze dell’estrema destra italiana riusciranno a rispondere alla crisi della rappresentanza democratica? CasaPound e Lega Nord sono alla porta. Ma in Sardegna chi sono i gruppi fascisti? Dietro quale sigla si nascondono e come sono organizzati? Noi come siamo organizzati per contrastarli? Queste sono alcune delle domande a cui vorremo rispondere attraverso il nostro dossier”.
Tra i nomi più in vista indicati sul dossier c’è Casapound, “Associazione di promozione sociale” che ha messo casa in Sardegna due anni fa, prima a Cagliari e poi a Sassari, con manifestazioni e presidi su vari temi, dai Marò agli immigrati, dal Poetto all’amianto alla povertà, e campagne mirate contro i sindaci Massimo Zedda e Gianfranco Ganau e la consigliera regionale Francesca Barracciu.
L’attività dei neofascisti si insinua anche nelle lotte studentesche con “Rivolta studentesca Sardegna”, “Studenti sardi in rivolta”, Blocco Studentesco”, “Ordine Studentesco“. Queste ultime due si riconducono ancora a Casapound così come il gruppo “La foresta che avanza” che si muove sui temi dell’ambiente. Le realtà del neofascismo isolano si ritrovano anche sotto in sigle comuni: “Vico San Lucifero” è l’associazione che prende il nome dalla storica associazione del Fuan, della Giovane Italia e del Fronte della Gioventù, appunto in vico San Lucifero nel cuore di Cagliari: si presenta come espressione delle “diverse anime della destra, quella sociale, quella nazionale, quella popolare”. C’è anche l’Uncrsi, che riunisce i nostalgici del Ventennio e ha organizzato, negli ultimi dieci anni, la commemorazione della Repubblica Sociale di Salò in piazza Gramsci a Cagliari, prima di essere sfrattata dalla città. A coordinare tutto, infine, il Mss, Movimento Sociale Sardo – La Destra, “movimento nato per gli italiani sardi”. Sul profilo facebook del suo segretario regionale Daniele Caruso gli slogan fascisti si sprecano: “Boia chi molla”, “Molti nemici molto onore”, “Onore ai camerati”.
Definitivamente chiusa invece l’esperienza di “Sei diventata nera”, concerto rock organizzato a Capoterra e dintorni da Sardegna Skinheads per qualche anno: cori fascisti, saluto romano e svastiche a fare da sfondo per quella che qualcuno aveva definito candidamente “una festicciola tra amici”.
Francesca Mulas