“Ci candidiamo a governare Cagliari con una proposta alternativa ai blocchi italiani di destra e di sinistra”. A undici mesi dalle Amministrative 2016, diventa ufficiale la corsa della Coalizione civica, nata dal patto costitutivo di “Cagliari città capitale”. È stato sottoscritto il 18 giugno scorso da sette organizzazioni politiche. Ma ci sono già anche dieci adesioni individuali.
La Coalizione civica è stata presentata questa mattina in una conferenza stampa allo Spazio Search del largo Carlo Felice. Al tavolo il consigliere comunale Enrico Lobina insieme a Gigi Marotto (Sardegna sostenibile e sovrana), Claudia Zuncheddu (Sardigna libera), Ilaria Mura (ProgRes) e Fabrizio Usai (Circolo indipendentista Chávez).
Con questa prima uscita la Coalizione civica “apre il dibattito in città” e lancia l’appello alla partecipazione. “Siamo pronti a dialogare con tutti, a raccogliere i contributi di tutti, vogliamo scrivere insieme alla città il programma di governo”.
Per capire dove la Coalizione è posizionata sono sufficienti i paletti messi durante la conferenza stampa. Lobina dice che “la giunta Zedda ha fallito”; la Zunchedda parla di “città senza sindaco” riferendosi ai “dieci anni in cui ha amministrato Floris, perché era come se non ci fosse”.
Ecco un’altra sottolineatura: “La nostra non è una coalizione indipendentista, piuttosto la definiamo aperta, identitaria e inclusiva rispetto a chi, come noi, considera conclusa la fase autonomistica, dal momento che non ha saputo portare benessere e anzi ha penalizzato la Sardegna”.
In virtù di questo “percorso dal basso”, il candidato sindaco sarà “scelto con le primarie o comunque attraverso forme partecipative e democratiche”.
Anche l’obiettivo dell’autodeterminazione “sancito dall’Onu e ratificato dalla Conferenza di Helsinki” segna il percorso programmatico della Coalizione. Vuol dire “un modello di sviluppo sostenibile che non mortifichi più le naturali vocazioni e i saperi della nostra terra, come hanno fatto le élite locali sino a oggi, gruppi di potere mai all’altezza dei bisogni di benessere e di pari opportunità del popolo sardo”.
Alessandra Carta