Sabato 28 dicembre sembrava dovesse cascare il mondo: alle 7 di sera, a sorpresa, Ugo Cappellacci firma il decreto che fissa al 16 febbraio la data delle Regionali, anticipata di due settimane rispetto al ruolino di marcia concordato nel centrodestra (2 marzo). Poi su quella delibera lo stesso governatore fa calare il silenzio: mai più un accenno e nemmeno la pubblicazione sul Buras, il Bollettino ufficiale della Sardegna che rende esecutivo il decreto. Ma adesso s’intuisce il motivo di questo rallentamento: Cappellacci è stato involontariamente ‘graziato’ dall’Unione Camere Penali, il sindacato degli avvocati, che ha proclamato settantadue ore di sciopero, dal giorno 13, facendo saltare tutti i processi in programma. Compreso quello della Municipalizzata carlofortina che, a Cagliari, vede coinvolto il governatore con l’accusa di bancarotta e la cui sentenza era attesa proprio per il 13.
Insomma, una vera e propria botta di fortuna per Cappellacci, per il quale il pm Giangiacomo Pilia ha chiesto tre anni di reclusione. Una pena pesantissima che, qualora accolta (anche solo in parte), avrebbe rovinato la campagna elettorale al presidente uscente, ma soprattutto messo a rischio la sua ricandidatura. Tanto che il decreto del 28 dicembre sembrava una mossa da sarto. Infatti: se il presidente l’avesse pubblicato sul Buras nel primo giorno utile, cioè il 30 dicembre, entro il 12 gennaio avrebbe dovuto presentare la candidatura alla Corte d’Appello. Quindi si sarebbe blindato da possibili ripensamenti del centrodestra determinati dall’eventuale condanna.
Con lo sciopero degli avvocati, invece, il presidente della Regione non corre più quel pericolo: il 13 gennaio il gup Roberta Malavasi potrà solo rinviare il processo a nuova data. Non solo: se al governatore continuerà ad andare benone come gli è successo finora, è probabile che la prossima udienza venga fissata per una data successiva alle Regionali del 16 febbraio.
A questo punto Cappellacci può prendersela comoda. Del resto, in base alla legge sull’elezione del Consiglio regionale (la numero 7 del 6 marzo 1979), il decreto che indice i comizi elettorali va pubblicato sul Buras entro il 45mo giorno antecedente la data del voto del voto. Significa che il presidente pidiellino ha tempo fino al 2 gennaio, mentre i partiti dovranno consegnare i simboli elettorali entro il 6 gennaio e le liste entro il 13. Le candidature dei governatori, infine, vanno presentate entro al 15.
Alessandra Carta