Binaghi, Solinas e Tunis: i ‘papabili’ del centrodestra alle Regionali del 2019

Angelo Binaghi, Christian Solinas e Stefano Tunis: sono questi i tre possibili leader del centrodestra alle Regionali del prossimo anno. Il verdetto finale su quello che sarà il candidato prescelto è di là da venire e non esiste una scadenza precisa, se non la convenienza politica di non ritardare troppo la decisione per cavalcare quanto più possibile la campagna elettorale. Ma a fare la differenza, in queste settimane di valutazioni, saranno anche le parentele e le relazioni che ciascun nome può vantare coi big, isolani e nazionali. Equilibri delicatissimi e tutti con una importanza da non sottovalutare: Sardinia Post li ricostruisce in questo articolo.

Angelo Binaghi, cagliaritano del ’60 (è nato il 5 luglio), è da anni il presidente della Federazione italiana tennis (Fit). Sulla stampa nazionale il suo nome non è sconosciuto, proprio in virtù del suo ruolo di dirigente alla Fit, la quale gestisce una montagna di denari. E nel 2012 ci fu anche un’interrogazione parlamentare all’allora ministro dello Sport, Piero Gnudi, per i 14 milioni che tra il 2008 e il 2010 la federazione erogò a Supertennis, la tv che ha come editore la Sportcast, in quegli anni presieduta da Carlo Ignazio Fantola, vicepresidente del gruppo L’Unione Sarda e zio di Binaghi, il quale è nipote pure di Massimo Fantola, il deus ex machina del partito dei Riformatori.

In quell’occasione Binaghi si difese con una lettera indirizzata all’allora direttore de La Repubblica, Ezio Mauro, visto che fu il quotidiano di De Benedetti a sollevare il caso sulla Fit attraverso un pezzo intitolato “Tennis, un affare di famiglia. Quante ombre in quei bilanci”. Binaghi scrisse, tra le altre cose, che “Carlo Ignazio Fantola è il presidente della controllata Sportcast srl a titolo totalmente gratuito”. Oltre alla parentele coi Fantola, Binaghi sarebbe da tempo – si dice un anno e mezzo – in ottimi rapporti con Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega e attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri.

Una posizione, quella di Binaghi, che lo avvantaggia rispetto al senatore sardista Christian Solinas, nel cui curriculum politico non ci sono parentele eccellenti, ma ‘solo’ l’alleanza con la Lega siglata alle Politiche dello scorso marzo, proprio in coincidenza con l’ascesa politica di Matteo Salvini. Tanto che alle Regionali del prossimo anno Psd’Az e camicie verdi si dovrebbero ripresentare alle urne con una lista unica, sebbene nelle scorse settimane circolasse l’ipotesi che i due partiti potessero correre divisi, perché così chiedeva la base della Lega. Solinas – sardo di Capoterra e 42 anni da compiere il prossimo 2 dicembre – è nella terna dei papabili vista la vicinanza con Salvini, ma non ha uno sponsor personale di peso che spazia oltre le conoscenze accumulate negli ultimi mesi di campagna elettorale. Tanto che nei giorni passati, forse nel tentativo di difendere il proprio ruolo di papabile, è entrato a gamba tesa sulla possibile corsa di Ines Simona Pisano come candidata governatrice. La Pisano è una magistrata al Tar del Lazio ed è originaria di Bosa. Quel nome per le Regionali è piaciuto ai leghisti, ma non a Solinas che dalle pagine de La Nuova Sardegna ha suggerito alla Pisano di “continuare a svolgere la propria professione”, visti gli eccellenti risultati ottenuti.

E se è vero che spetti alla Lega indicare il nome del candidato governatore in Sardegna, perché così si sarebbero accordati in un recente incontro Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, non è certo fuori gioco il consigliere regionale Stefano Tunis, cagliaritano del ’72 (ha compito 46 anni il 28 luglio). Tunis non ha mai detto di essere in corsa, ma è attivissimo in giro per l’Isola e attraverso la sua associazione civica ‘Sardegna 20-20’, con la quale alla Fiera, sabato scorso, ha fatto il pienone portando in sala oltre 1.500 persone. Tunis può contare sul gradimento di Berlusconi per il tramite del senatore ed ex sindaco di Cagliari, Emilio Floris, che spesso lo accompagna nei tour sardi e insieme i due hanno lavorato alla campagna elettorale delle Politiche, in cui Floris era candidato come capolista nel collegio plurinominale di Palazzo Madama.

È in questo solco di relazioni che il centrodestra si è buttato a capofitto per scegliere il leader a cui spetterà trainare la coalizione nella lunga volata verso le Regionali del 2019. La data non è stata ancora fissata, ma le elezioni dovranno tenersi obbligatoriamente tra il 20 gennaio e il 24 febbraio, come impone la legge 108 del ’68.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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