Barracciu, una difesa “chilometrica”

L’eurodeputata ha presentato un dossier di 70 pagine per dimostrare di aver speso i fondi del gruppo per gli spostamenti in auto per la Sardegna

«Abbiamo dimostrato la regolarità della spesa, i 33mila contestati all’onorevole Francesca Barracciu sono rimborsi chilometri». Queste le prime parole che Carlo Federico Grosso, uno dei due avvocati della candidata governatrice, dice al termine dell‘interrogatorio davanti al pm Marco Cocco, titolare della doppia inchiesta sui fondi ai gruppi. Per domani mattina l’eurodeputata del Pd ha convocato una conferenza stampa. «Sì, sono contenta», dice.

Mancano dieci minuti alle 18, quando la Barracciu lascia gli uffici della Polizia giudiziaria (Sezione Carabinieri) al primo piano del Tribunale di Cagliari. Grosso alla sua destra, Giuseppe Macciotta, l’altro avvocato, a sinistra.

Grosso parla per primo: «Abbiamo consegnato una memoria di settanta pagine nella quale sono stati indicati, uno per uno, tutti i viaggi sostenuti dall’onorevole nei tre anni di attività politica a cui è riferita la spesa di quei 33mila euro. Si tratta di spostamenti fatti in tutta la Sardegna per incontrare gli elettori, seguire eventi e manifestazioni. Dalle carte consegnate risulta anche che per la benzina l’onorevole ha speso una cifra maggiore».

I legali della Barracciu non entrano volutamente nei dettagli della questione, «perché altrimenti – sorride la candidata governatrice – domani non mi rimane nulla di dire in conferenza stampa». Ma Macciotta un particolare lo fornisce comunque: «Dalla ricostruzione dei viaggi, risulta che l’onorevole ha percorso una media di 24mila chilometri in ciascuno dei tre anni a cui si riferiscono i 33mila euro contestati».

Domani tocca a Marco Espa, altro consigliere regionale del Pd indagato per peculato, rispondere alle domande del pubblico ministero. Anche lui è difeso da Macciotta.

Alessandra Carta

 

 

 

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