Cresce il maldipancia in maggioranza sulle nomine dei manager della sanità fatte dal direttore generale della Asl unica, Fulvio Moirano. Partito dei Sardi e Rossomori non mancano di sottolineare il proprio dissenso sulle scelte. Augusto Cherchi, Piermario Manca, Roberto Desini e Gianfranco Congiu puntano sull’ironia: “Evidentemente un amaro (lucano) per terminare un pasto, visibilmente indigesto, era proprio necessario. Conosciamo poco dei nominati e non vogliamo esprimere giudizi professionali e di merito. Noi crediamo che in Sardegna ci siano le professionalità valide per amministrare e far ancor di più maturare le competenze della nostra terra, quella politica che combatterà sempre il principio ‘purché non sia sardo’ perché i sardi sono incapaci, manovrabili, sporchi e cattivi”. I consiglieri regionali ricordano che non è stato ancora nominato il direttore generale dell’Areus (Azienda regionale della Emergenza Urgenza della Sardegna): “non si sa per quale motivo, non è stato ancora nominato, nonostante il suo mandato, come per il direttore generale dell’Azienda per la tutela della salute (Ats), partirà dal primo gennaio 2017: vanno bene tutti, purché non siano sardi”.
“La Sardegna piange per la siccità ma intanto dall’alto piovono nomine salvifiche del Sistema sanitario sardo – spiega l’esponente dei Rossomori Emilio Usula -. Non intendo mettere in discussione il valore e le capacità dei manager chiamati al capezzale del nostro sistema sanitario di cui siamo pronti ad apprezzare le competenze. Di fatto, però, queste nomine certificano una bocciatura del valore, delle capacità e delle alte competenze di professionisti sardi idonei a ricoprire quei ruoli. E’ la vecchia malattia di pensare e attribuire a ciò che viene da fuori, meriti superiori a quelli che possiamo trovare in casa nostra. Il Partito Rossomori è invece certo che ci sono in Sardegna professionisti seri, capaci e all’altezza di quei ruoli – aggiunge – il messaggio di Pigliaru e dell’assessore Arru è al contrario devastante: in Sardegna non ci sono professionalità all’altezza per affrontare l’annosa sofferenza organizzativa e gestionale del nostro sistema sanitario”. Infine Usula parla di “certificazione della nullità del ruolo del Consiglio regionale e della stessa Commissione consiliare mai messi al corrente di queste nomine e quali parametri di valutazione professionale e curriculare abbia richiesto e certificato la Giunta e l’assessore per avallare le stesse. Un presidente e una Giunta che devono tutelare e promuovere le professionalità della Sardegna non perdono occasione per mortificarle e umiliarle ancora”.
Le critiche sulle nomine dei manager non sardi alla Asl unica arrivano anche dal centrodestra con i Riformatori, Forza Italia e Udc. “Passi la nomina di un direttore senz’altro di alto livello. Ma ciò che sta accadendo oggi nella sanità sarda è davvero incredibile: nel silenzio imbarazzato e inquietante di una maggioranza fallimentare, assistiamo alla colonizzazione della Sardegna come mai era accaduto prima – osservano i primi -. In pratica significa che si stanno nominando persone che non conoscono il territorio e le sue dinamiche, che avranno con gli amministratori rapporti a dir poco distanti”. “La consegna della Sanità alla legione dei manager continentali è un insulto ai professionisti sardi, alla loro competenza che sicuramente è all’altezza, se non superiore, rispetto a quella dei colleghi della Penisola – tuona Alessandra Zedda, vicecapogruppo di Forza Italia -. Se la non sardità per loro è garanzia di imparzialità e buona amministrazione, perché non mettere anche un governatore e un assessore alla Sanità piemontese, toscano o ligure?”. Non lesina critiche anche il capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu: “La nomina avallata dalla giunta Pigliaru è uno schiaffo verso i sardi. Una beffa nei confronti di migliaia di laureati nel settore medico e scientifico, che poi si sono perfezionati con diversi master nelle università più prestigiose del mondo. Non si comprende la motivazione per cui le eccellenze sarde non vengano prese in considerazione per i vertici sanitari”.