La prima sensazione, dopo la serata di presentazione della sua candidatura in un albergo dell’hinterland cagliaritano, è che la candidatura di Andrea Murgia alle primarie sarde del centrosinistra sia qualcosa di più di una semplice testimonianza politica. La relativa tranquillità con cui ha superato lo scoglio delle 5mila firme da raccogliere nel mese di agosto (alla fine ne sono state presentate più di 8mila, ndr), ha dimostrato la volontà di essere della partita e di poter recitare un ruolo non secondario in queste elezioni interne al centrosinistra.
Partita come candidatura indipendente, sostenuta soprattutto dal circolo Pd Copernico di Cagliari, si sta trasformando in qualcosa di diverso, forse nell’occasione per i molti elettori democratici delusi di mandare un segnale ai vertici del proprio partito. Ma non solo, perché verso la candidatura di Andrea Murgia comincia a manifestarsi qualche interesse anche da parte di Sel, per ora solo sotto forma di singole adesioni, che potrebbero anche trasformarsi in sostegno più concreto.
Nutrita anche la pattuglia dei “soriani” delusi, che hanno scelto di non seguire l’indicazione di voto del leader in favore della Barracciu. Ma soprattutto, quello che è emerso dalla prima uscita ufficiale del candidato che arriva da Bruxelles, è la sua capacita di attrarre consensi al di fuori del recinto dei partiti. Nella sala che ospitava la sua presentazione, erano pochi i volti noti della politica sarda, in minoranza anche i militanti rispetto ai cittadini comuni, per una scelta comunicativa tutta rivolta al cambiamento e alla discontinuità con l’attuale classe dirigente regionale e nazionale. “Io mi sento all’opposizione del Governo Letta”, ha detto Andrea Murgia dal palco raccogliendo uno degli applausi più convinti della platea. Una linea senza compromessi, confermata anche sul piano regionale, quando chiude la porta alle alleanze “con chiunque abbia condiviso lo sfascio della Giunta Cappellacci”. Con un attacco diretto al Psd’Az che “deve smettere di dare indicazioni di voto. Se vuole si faccia le sue di primarie”
Una candidatura fuori dagli schemi, che punterà molto sulle differenze con gli altri candidati alle primarie, venuti fuori secondo Murgia da “accordi tra correnti” e che mira a un radicale rinnovamento nei partiti e nella politica. Non a caso i primi messaggi forti sono quelli dedicati ai cosiddetti costi della politica: “Stipendi giusti per i politici, in linea con quelli dei dirigenti. Abolizione delle spese forfettarie, limite di dieci anni nelle istituzioni. Visto che i nostri leader si richiamano sempre all’Europa, si adeguassero anche su questo tema, che nei paesi membri è la norma”.
Difficile quale possa essere la reale forza della macchina elettorale messa su da Andrea Murgia, molto dipenderà dalla quantità di elettori che il 29 settembre si recheranno nei gazebo delle primarie. Da questo punto di vista gli organizzatori non sono fiduciosi e in molti si attendono un risultato al di sotto anche delle parlamentarie svoltasi a fine anno scorso. Certamente una partecipazione ristretta, riservata quasi esclusivamente ai militanti, favorirebbe i candidati più strutturati, ma queste tre settimane possono ancora riservare sorprese.
Sicuramente l’andamento della campagna di Andrea Murgia sta sorprendendo molti che lo consideravano poco più di un outsider e la scelta di un circolo democratico di organizzare, in un bar del Poetto, un confronto “tra i candidati alle primarie iscritti al Pd” (Francesca Barracciu, Gianfranco Ganau e Roberto Deriu) ha suscitato qualche polemica, proprio per l’esclusione di Murgia. La campagna elettorale per le primarie sta davvero entrando nel vivo.
Alberto Urgu
(foto di Mino Ghiani)