È un establishment indebolito quello consegnato dallo scontro che si è combattuto venerdì ad Abbasanta sulla presidenza di Anci Sardegna col Pd sempre più diviso e Sel di nuovo alla guerra. Addirittura il senatore Luciano Uras, primo degli ex Pci sardi, è stato messo in minoranza dai sindaci-consiglieri regionali del suo partito. Non diverso l’assetto in Forza Italia, dove il capogruppo della massima assemblea sarda, Pietro Pittalis, ha dimostrato di non aver pieno controllo degli azzurri.
Stavolta non sono le voci di palazzo a fare da sfondo alla ricostruzione politica. Ci sono i post su Facebook, diventato ormai un pubblico confessionale. È stato Eugenio Lai, vicepresidente del Consiglio regionale e sindaco di Escolca, a uscire per primo allo scoperto. Lai, quota Sel di via Roma, ha scritto un lungo commento venerdì notte, alle 21,17, quando l’assemblea Anci era stata chiusa da meno due ore con un verdetto: elezione sospesa, perché è venuta fuori una scheda in più. E poi Giuseppe Ciccolini, primo cittadino di Bitti, uno dei due candidati, aveva sì prevalso sul collega di Bortigiadas, Emiliano Deiana, ma senza riportare la maggioranza relativa delle preferenze (detta anche assoluta dei presenti), come chiede l’articolo 8 dello Statuto Anci al comma C. Tanto che il presidente dell’assemblea, Mario Bruno, sindaco di Alghero, ha deciso di chiedere un parere alla commissione nazionale di garanzia.
Lai su Facebook ha svelato il suo voto: “Con convinzione ho sostenuto Deiana”. E lo stesso ha fatto l’altro consigliere regionale, Daniele Cocco, capogruppo del partito e sindaco di Bottida. Con loro ha cercato voti per Deiana pure Luca Pizzuto, altro esponente dell’assemblea, eletto nel Sulcis, nonché segretario regionale di Sel. Di fatto è stato messo in minoranza Uras che, insieme al primo cittadino di Cagliari Massimo Zedda, ha costruito l’alleanza per Ciccolini insieme a Pd, Forza Italia e Udc l’alleanza per Ciccolini.
E a proposito di Pd, la crepa maggiore è emersa nell’area di Antonello Cabras, dove la deputata Romina Mura, sindaca di Sadali, e Giuseppe Meloni, consigliere regionale e fascia tricolore a Loiri Porto San Paolo, si sono schierati ugualmente con Deiana. Per il quale ha chiesto voti pure Antonio Solinas, altro fedelissimo di Cabras nonché consigliere regionale eletto nell’Oristanese.
La Mura, al pari di Lai, ha scoperto su Facebook le proprie carte. “Giornata faticosa, quella di oggi – ha scritto venerdì sull’assemblea Anci -. Ho fatto la mia scelta, Emiliano Deiana, in punta di piedi e senza annunci speciali e, nel contempo, senza badare agli equilibri e ai consigli. Una cosa è certa: ho agito da Sindaca. E il suo ottimo risultato non è né casuale. È il punto di arrivo, ma di più un importante punto di partenza di una elaborazione portata avanti da anni nel territorio e dentro le istituzioni. Dal punto di vista politico, la giornata ci consegna un po di raccomandazioni: le forzature non sono utili; la politica deve avere la capacità di cogliere, interpretare e offrire le soluzioni più adatte a rispondere alle esigenze del momento storico specifico; la discussione e il confronto sono sempre da preferire a finti e precari unanimismi di facciata; i partiti sono corpi intermedi fondamentali quando elaborano soluzioni e, mettendosi insieme, propongono sintesi alte. Diventano meno utili laddove si limitano ad appiccicare voti per fare maggioranza; i sindaci possono ancora giocare un ruolo importante e innovativo nel ridare smalto, affidabilità e credibilità alla politica”.
Quello la deputata dem accenna soltanto, cioè le pressioni per votare Ciccolini, le spiega, sempre su Facebook, Daniela Falconi, sindaca di Fonni dallo scorso giugno. “Per la cronaca – si legge nel suo post -: io sono finita in una specie di lista di proscrizione dove mi hanno attribuito partito politico e consigliere regionale di riferimento. Che ridere. Ma anche no. Sindaci schedati manco fossimo soldatini. Ecco cosa è successo: assemblea militarizzata. Ci hanno controllato uno ad uno. hanno scrutato gli indecisi. Hanno parlato di territorio per fare leva sui campanilismi vari. Ma c’è anche chi ha parlato di grande momento, di coraggio delle scelte, di cambiamento. Ed io con loro sto. Come sempre. Per me Emiliano Deiana non ha vinto. Ha stravinto”.
Stando ai racconti su Abbasanta, è stato Giorgio Oppi, leader dell’Udc, a fare da cerimoniere dell’accordo tra pezzi di Pd e Forza Italia. Proprio su mandato degli alleati. Si racconta che, abbracciandoli, abbia portato in disparte, uno per uno, i sindaci ‘amici’ per convincerli sulla bontà della candidatura di Ciccolini. Ma il suo diktat non è stato rispetto pedissequamente: prova ne è il fatto che la lista Ciccolini la preso 158 preferenze sui delegati nazionali (contro le 114 della lista Deiana). Ma quando si è trattato di votare il presidente, il bittese è sceso a 152, mentre Deiana è salito a 141.
All’origine di questo scossone, anche il cedimento dell’asse dei sindaci civici organizzato da Franco Cuccureddu, fascia tricolore a Castelsardo. E questo sarebbe successo anche in opposizione agli ordini dati nel partito azzurro da Pittalis e dall’altra consigliera regionale Alessandra Zedda.
Adesso si attende il verdetto dell’Anci nazionale. Ma Roberto Deriu, vicecapogruppo Pd nella massima assemblea sarda nonché primo sponsor di Ciccolini, dice a Sardinia Post: “Ci sono decenni di giurisprudenza che fanno coincidere i presenti col numero di votanti. È vero che ad Abbasanta si sono registrati 304 sindaci. Ma al momento del voto, fatto con appello nominale, erano 297. E dall’appello nominale si evincono i presenti”.
Deriu, che venerdì ha preferito non partecipare all’assemblea Anci, dà anche una lettura politica sulla corsa di Ciccolini: “La sua candidatura non era né una prova generale di congresso né un processo di cambiamento politico di vasto raggio. Il primo cittadino di Bitti si è messo a disposizione per dare un governo unitario all’Anci, mentre Deiana per cambiare le cose. Ma avere l’obiettivo di mettere insieme le fasce tricolori della Sardegna richiede, per la natura stessa del traguardo da raggiungere, un coinvolgimento dei rappresentanti del centrodestra”.
La frammentazione della politica sarda è palese. Chissà se dall’Anci passerà un qualche cambiamento. Di certo nella prossima assemblea vincitori e vinti si potranno individuare con precisione.
Alessandra Carta
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