La Commissione europea si è finalmente pronunciata sulla procedura d’infrazione aperta a gennaio 2013 contro l’Italia per i soldi dati in Sardegna alle compagnie low cost dalle società di gestione degli aeroporti. Il verdetto è pesantissimo: “Sono aiuti di Stato, un vantaggio sleale, e vanno restituiti dai vettori”, hanno scritto gli uffici di Bruxelles.
Tutto ruota intorno alla legge 10 approvata nel 2010 dal Consiglio regionale, quando nell’Isola governava il centrodestra di Ugo Cappellacci. Ma in Aula il voto su unanime. La procedura seguita funzionava così: in quattro anni, dal 2010 al 2013, la Regione assegnò 80,6 milioni di euro alle società di gestione come contributo alla destagionalizzazione. Gli aiuti di Stato, per l’Ue, si configurano nel secondo passaggio, con la cessione delle risorse alle compagnie per garantire i collegamenti low cost (leggi qui).
Ad avvantaggiarsene è stata soprattutto Ryanair che un anno e mezzo fa ha deciso di ridurre i voli da Alghero e Cagliari (leggi qui), quando la giunta di Francesco Pigliaru e l’assessore ai Trasporti Massimo Deiana hanno deciso di non erogare l’ultima annualità e di chiudere i rubinetti, per via della procedura d’infrazione aperta da Bruxelles. D’altra parte nemmeno la giunta Cappellacci decise di riproporre la legge 10 che esauriva i suoi effetti nel 2013, anche se venne rifinanziata con la manovra 2014, l’ultima del centrodestra.
E proprio per Deiana la decisione presa nel 2014 è stata una sorta di calvario: l’assessore è finito nel mirino delle polemiche, accusato di aver fatto fuggire Ryanair dalla Sardegna, causando enormi danni all’economia, soprattutto a quella algherese. Contro l’assessore in Consiglio regionale si sono discusse tre mozioni di sfiducia, tutte respinte: l’ultima il 13 luglio scorso (leggi qui). Non solo: a più riprese, in questo anno e mezzo, è stato detto che la Regione avrebbe potuto sostenere ugualmente le compagnie low cost. Su tutti lo fece l’eurodeputato Renato Soru, aprendo una crepa nella maggioranza di centrosinistra (leggi qui). Il tema è stato affrontato anche di recente, all’inaugurazione del negozio Isola dell’artigianato all’aeroporto di Cagliari, dove Pigliaru ha alzato il tiro con un duro commento. “Dire che sul tema le regole sono chiare è demagogia”, ha tuonato il capo della Giunta sarda (leggi qui).
La procedura d’infrazione venne firmata dall’ex commissario Joaquín Almunia (qui il documento completo). Nel dettaglio queste le somme: la Sogaer di Cagliari ha incassato 5 milioni nel 2010; 4.777.320,33 euro nel 2011; 8.405.080,23 nel 2012; 9.261.925,37 nel 2013. Questi le risorse alla Sogael di Alghero: 9.960.000 euro nel 2010; 10.559.913 nel 2011; 9.094.919,77 nel 2012; 8.029.737,87 nel 2013. Infine la Geasar di Olbia: 4 milioni nel 2010; 3.057.654 nel 2011; 4 milioni nel 2012; 4.028.336,76 euro nel 2013. Ma per gli aeroporti non è scattata alcuna sanzione perché sono serviti solo da intermediari.
Adesso che il verdetto Ue si conosce, si tratta di capire come verrà gestita la restituzione degli 80,6 milioni. Da Bruxelles hanno assegnato il compito alla Regione. Ma chissà se Ryanair sarà disponibile a sedersi intorno a un tavolo. Specie ora che Deiana e la Giunta hanno ottenuto dal Governo nazionale il congelamento delle tasse d’imbarco per quattro mesi, ciò che faceva supporre una condizione positiva per il ri-potenziamento dei voli nell’Isola da parte della compagnia irlandese (leggi qui).
Intanto c’è un primo commento a caldo di Deiana che, contattato dall’Ansa, dice: “Ora dobbiamo leggere con attenzione il provvedimento per capire se all’interno del testo ci sono dei margini per poter intervenire. Attendevamo questa decisione che è complessa e sicuramente opera dei distinguo. Ma al momento non sono comprensibili senza un approfondimento del dispositivo. Di certo emerge che il modello applicato con la legge 10 non può essere reiterato“. Ma la decisione di Bruxelles, per un altro verso, rappresenta una bussola sicura rispetto alle nuove linea guida del trasporto regionale presentate il 30 giugno scorso proprio dall’assessore (leggi qui).
Alessandra Carta
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