Il 55 per cento dei sardi non vuole separarsi da Roma: il dato è contenuto in un sondaggio Demos a cui il quotidiano La Repubblica dedica oggi un approfondimento. L’Isola, tuttavia, è la seconda in Italia per spinta separatista. Ma, a differenza del Veneto, nell’Isola la maggioranza della popolazione si accontenta dello Statuto speciale. Quindi del sovranismo, seppure non ancora applicato.
Dunque, i sardi non sono pronti per dare l’addio a Roma e diventare Nazione. Così si è espresso il campione intervistato dalla società Demos che ha misurato il vento separatista che soffia in Italia, anche alla luce di quanto sta avvenendo nel resto dell’Europa. A cominciare dalla Scozia che nel referendum dello scorso autunno ha fatto registrare le stesse percentuali sarde: 55 per cento della popolazione non indipendentista.
Di certo, se si mettono a confronto i numeri di ieri e di oggi, quel 45 per cento di sardi favorevoli al separatismo è un dato nuovo e, come nel resto dell’Italia, coincide con la crisi economica. Ovvero, con la percezione di uno Stato che impone troppe tasse e non garantisce il lavoro. Non a caso, chi è favorevole all’indipendentismo o è un lavoratore autonomo o un disoccupato.
Nel dettaglio della classifica italiana, solo in Veneto la maggioranza della popolazione si è detta pronta a scaricare Roma: precisamente il 53 per cento degli intervistato. La Sardegna è seconda ex equo con la Sicilia. Percentuale non bassa nemmeno in Lombardia e in Piemonte, dove la questione settentrionale incide: cioè quel Nord che sente di veder rallentato il suo sviluppo per aiutare il Mezzogiorno considerato assistenzialista. In queste due Regioni il 35 per cento dei cittadini si è definito sostenitore del separatismo.