“Vietato toccare” è la scritta che leggiamo in ogni museo in cui entriamo. Da oggi questo monito non ha più senso per il Museo Archeologico di Cagliari, anzi viene sostituito da “toccare per conoscere”. Questo è in estrema sintesi l’obiettivo del “Progetto Barumini. Il modello tattile di Su Nuraxi” presentato nei giorni scorsi nell’aula didattica del più importante museo archeologico della Sardegna presso la Cittadella dei Musei a Cagliari.
Un modello in scala 1:200 che rappresenta il simbolo della civiltà nuragica e l’unico bene patrimonio mondiale dell’umanità della Sardegna, iscritto nella Lista Unesco dal 1997, interamente toccabile, che permette alle persone prive di vista di accedere ad un patrimonio di conoscenze per loro irraggiungibile ed alle persone vedenti di fare un’esperienza multisensoriale.
La riproduzione di Su Nuraxi è stata interamente realizzato in legno, in quanto è il materiale che più degli altri riesce a trasmettere informazioni, e permette al visitatore di scoprire, attraverso il tatto, la struttura dell’insediamento nuragico di Barumini in un modo nuovo: attraverso una nuova esperienza sensoriale che costituisce un elemento di facilitazione e di avvicinamento alla conoscenza, tanto sul piano emozionale, quanto su quello razionale.
Il “Progetto Barumini” nasce dalla collaborazione tra il Museo Tattile Varese, che ha realizzato l’opera, il Polo Museale della Sardegna e il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e si inserisce in un percorso intrapreso dalla direzione museale che ha l’obiettivo di avvicinare il museo a tutta la sua comunità, al suo territorio e ai suoi visitatori. “Un modello tattile che vuole permettere a tutti di conoscere le bellezze architettoniche, archeologiche della Sardegna” ha detto Livia Cornaggia responsabile del Museo Tattile di Varese. “Ha una doppia funzione – ha aggiunto – . In primo luogo permette a tutte le persone prive di vista di accedere ad un patrimonio altrimenti inconoscibile ma permette anche ai normodotati di essere accompagnati e di accostarsi ad una conoscenza artistica multisensoriale spiegando in modo semplice il bene ed incentivando ad andare a visitarlo”.
Giovanna Damiani, direttrice del polo museale della Sardegna, ha detto: “Il museo Archeologico sta perseguendo, con grande attenzione, un progetto che abbatta tutte le condizioni di disabilità, in senso ampio, di modo da rendere il sito adatto ad un pubblico sempre più esteso”. La direttrice del polo museale ha sottolineato l’importanza del nuovo progetto che si incastra perfettamente in un percorso avviato da tempo all’interno della struttura con il “Museo liquido”: il progetto di accessibilità che ha permesso di realizzare repliche fisiche fedeli dei reperti più prestigiosi, e anche più delicati, attraverso l’impiego di acquisizione, elaborazione e stampa 3D. Un percorso tattile, per tutti i visitatori, disabili e non, parallelo e di grandissima importanza perché accompagna alla visita ed alla conoscenza dei beni presenti all’interno della struttura. Ha concluso sottolineando che per poter sopperire alle carenze finanziarie e di personale è necessario creare una rete tra i siti museali ma anche all’esterno promuovendo ed intessendo relazioni che possano integrarsi con le attività del museo.
Ospite inatteso è stato il sottosegretario ai Beni culturali Antimo Cesaro, in Sardegna per la promozione di un nuovo protocollo d’intesa per la valorizzazione dei cimiteri monumentali italiani trai quali è presente anche quello di Bonaria, che soddisfatto della collaborazione tra diverse realtà museali ha voluto porre l’accento sull’importanza del fare rete e delle possibilità che nascono da questa. Ha inoltre sottolineato come sia importante che durante la valutazione del patrimonio culturale non ci si soffermi soltanto al semplice dato quantitativo (riferendosi agli accessi ai siti culturali) ma anche alla qualità dei servizi offerti sopratutto quando questi offrono visite coinvolgenti. Ha detto: “È necessario dare attenzioni specifiche al di là dei 30 gioielli inseriti nella riforma del ministro Franceschini”
Donatella Mureddu e Roberto Concas, rispettivamente ex direttore e l’attuale direttore del Museo nazionale di Cagliari, hanno messo in evidenza il passato ed anticipato il futuro della struttura. Un passato che ha permesso di dare i natali ad un percorso sull’accessibilità, nato da un concorso del Ministero che ha permesso la realizzazione del “Museo liquido”, ma soprattutto di come sia stato importante capire che il museo non può andare avanti da solo e che per poter crescere è fondamentale fare rete. Una rete duplice: all’interno del museo ed all’esterno. Roberto Concas, partendo dal concetto di fare rete, ha aperto la struttura a nuove collaborazioni con l’esterno per nuove iniziative con l’obiettivo di progredire e di migliorarsi. In quest’ottica ha sottolineato come il futuro del museo sarà nell’integrazione e nell’accessibilità completa di modo che vengano eliminate qualsiasi barriere sia fisiche che di linguaggio. “L’obiettivo è quello – ha detto – di eliminare le distinzioni: vedenti e non vedenti, grandi e piccoli”. Alcune anticipazione. A breve all’interno del museo sarà possibile costruire “tombe dei giganti” e “capanne nuragiche” alte un metro e mezzo ed inoltre il museo si doterà di strumenti tecnologici che permetteranno delle visite ancora più immersive.
Il modello tattile di “Su Nuraxi” rimarrà visibile e rigorosamente “toccabile” per alcune settimane al Museo Archeologico di Cagliari per poi essere trasferito presso gli scavi di Su Nuraxi, nelle sale della Fondazione Barumini.
Alessandro Ligas