“Le proposte fatte dalla lista identitaria manifestano una forte debolezza culturale e politica, con logiche che frenano la creazione di un vasto fronte popolare che metta insieme tutta la ribellione anti-sistema”. Così Claudia Zuncheddu, leader di Sardigna libera, scrive in una nota riferendosi ad AutodetermiNatzione, seppure il cartello elettorale formato da RossoMori, Liberu, Gentes, Comunidades, Sardos, Sardegna Possibile, Sardigna Natzione e iRs, sebbene non venga mai espressamente citato. La Zuncheddu prende posizione sul voto del 4 marzo prossimo e spiega la decisione di non partecipare alla competizione elettorale delle Politiche.
“Non può esserci alcun cambiamento – scrive la Zuncheddu – senza un programma politico chiaro che miri ad esprimere anche con il voto le grandi lotte sociali che si contrappongono agli interessi del dominio coloniale italiano. La frantumazione del mondo identitario e la miopia politica di alcuni leader ha generato ancora una volta un processo minoritario deludendo le aspettative della maggioranza dei sardi che aspirano ad una trasformazione radicale del sistema”.
Per Sardigna libera, “un progetto rivoluzionario non può prescindere dalle lotte in corso nei nostri territori, da una chiara presa di posizione antifascista ed antirazzista, dalla giustizia sociale, dal diritto al lavoro che non sfrutti e che non uccida, dall’ambizione ad una società più equa, solidale, libera ed indipendente. Ciò richiede storie di lotta coerenti e sacrifici individuali. Il mondo indipendentista e identitario in parte ha scelto di star fuori dalle dinamiche elettorali ed in parte ha scelto di star dentro con profonde contraddizioni. Le formazioni identitarie sono arrivate a questa scadenza elettorale più divise che mai. Il Psd’Az tradendo gran parte delle sua storia ha fatto alleanze con una destra xenofoba, razzista e contigua ai fascisti”.
Autodeterminatzione è l’unica lista identitaria in corsa a queste elezioni e un sostegno elettorale lo ha ricevuto da parte di Progres che non partecipa al voto correre con una propria lista, ma ha invitato a votare i candidati del listone guidato dai RossoMori (leggi qui). Ad Autodeterminatzione hanno aderito anche tre radicali, chiamandosi Radicales sardos. Si è invece tirato fuori dai giochi il Pds di Paolo Maninchedda che con Progres ha attivato dei tavoli tematici in vista delle Regionali 2019 (leggi qui).
“Sardigna Libera – si legge ancora nella nota firmata dalla Zuncheddu – ha scelto di star fuori da questa competizione e ribadisce che la legge elettorale penalizza ed esclude le minoranze etniche, linguistiche e politiche presenti nel territorio italiano. L’unica prospettiva per non subire in modo costrittivo alleanze con i blocchi italiani è la costruzione di un vasto progetto politico, forte e credibile, che aggreghi non solo le forze identitarie più o meno organizzate, ma che sia polo di attrazione di quel sentimento di ribellione diffuso tra i sardi. Questo percorso, lungo e complesso è l’unico possibile e non può nascere da mire elettorali. Per fermare la frammentazione bisogna porre fine al leaderismo opportunistico crescente. Sardigna Libera ritiene necessario contrastare tutti i fenomeni politici d’importazione vecchi e nuovi unendo le lotte ed organizzando un vasto fronte popolare identitario e di ribellione che dia risposta alle aspettative dei sardi anche in termini elettorali”.