“Che male c’è se questa gente è disunita / In fondo siamo cento personaggi in cerca di berritta / E cosa fai se ti rubano la terra / In fondo è solo un modo come un altro di valorizzarla”. Che il nuovo pezzo dei Nasodoble ‘Cazz boh’ non sia una canzone sulla Sardegna tutta mare, sole, cortesia e ampio parcheggio lo si capisce dalle prime strofe. Ciao ciao a Mogol e alle musichine da aeroporto. Qui le acque non sono azzurre e nemmeno chiare: abbondano di benzene e l’odore della ‘brughiera’ all’alba sa tanto di polvere da sparo.
A dispetto dell’andamento musicale quasi scanzonato – e valorizzato da un video parecchio suggestivo – il tono è d’amaro disincanto. Perché qui si parla di terra avvelenata e “benzene nella falda”. E si fanno nomi e cognomi, con la guest Ilaria Porceddu (X Factor prima edizione, poi Sanremo) che con beffardo sorriso spiega che “l’Eni dà lavoro e viene male processarlo”, riferimento per niente velato alla disastrosa situazione di Porto Torres. Poi arriva Joe Perrino (Mellowtones, Elefante Bianco e Rolling Gangsters) con le aziende all’asta che finiscono ai “prestanome delle banche” per rivenderle a prezzo pieno. Ma in fondo “adesso non hai debiti e puoi ucciderti sereno”, ribatte Porceddu. Poi c’è il generale Molteni, “che in fondo non ha prove che la colpa è dei nanoveleni”. Tant’è: sarà pure bello far l’amore (da Trieste in giù), “tranne a Quirra”. Insomma, l’autore e cantante Alessandro Carta (alias Nicola Di Banari, che pochi mesi fa, sui poligoni aveva sfidato a duello il premier Matteo Renzi) non s’è risparmiato. Così come gli altri due ospiti, il cantante Beppe Dettori (già frontman dei Tazenda) e il virtuoso chitarrista blues Francesco Piu. Il risultato finale? Un affresco rabbioso e desolante ma con sardonico sorriso stampato sulla faccia. Forse per non piangere. Cazz boh.
Pablo Sole