Porto Torres, E.On ci ripensa e potrebbe costruire il quinto gruppo a carbone

E.On chiederà la proroga per la costruzione del quinto gruppo a carbone nella centrale elettrica di Fiumesanto, a Porto Torres. La multinazionale tedesca ha sottoscritto un accordo con la Regione e la Provincia di Sassari. La decisione indica un cambiamento di direzione rispetto alla strategia di lasciare gli impianti di produzione di energia elettrica nel Nord-ovest dell’Isola. Non solo: attraverso la mediazione del settore Politiche del lavoro della Provincia, è stato temporaneamente scongiurato il pericolo del licenziamento e della messa in mobilità dei lavoratori impiegati nei Gruppi 1 e 2, il cui utilizzo è attualmente concesso in regime di deroga.

Lai (Pd).La sospensione dei licenziamenti e della mobilità a Fiumesanto è un’ottima notizia, l’intenzione di chiedere una proroga per la costruzione del quinto gruppo a carbone meno“. Così Silvio Lai, senatore e segretario regionale del Partito Democratico, commenta la notizia emersa dal summit tra la multinazionale tedesca, la Regione e la Provincia di Sassari, che ha rianimato le speranze del Nord Ovest Sardegna di vedere realizzati gli investimenti che prima Endesa e poi E.On, succeduta nella proprietà della centrale nel territorio del Comune di Sassari, avevano sottoscritto con il governo regionale e gli enti locali. “La richiesta di proroga dell’autorizzazione per la costruzione del quinto gruppo, che era già scaduta un anno fa, tiene accesa la speranza di vedere la centrale ammodernata – spiega Lai – ma la rinvia ancora nel tempo”.

L’auspicio del leader democratico sardo è che “se il governo concederà la proroga alla scadenza prevista per settembre, E.On potrà procedere alla vendita dell’asset di Fiumesanto con un’autorizzazione vigente per i nuovi investitori”. Positiva, sempre secondo il senatore, “la rinnovata attenzione della Regione per i territori del centro e del nord dell’isola, ma non bisogna abbassare la guardia nel rapporto con la multinazionale“. La proroga non deve significare un rinvio a tempo indeterminato degli investimenti stabili oltre cinque anni fa, “né la prosecuzione dello stato di subalternità registrata negli scorsi cinque anni delle istituzioni regionali verso la società tedesca, che in questi anni ha visto ben ripagati i suoi investimenti”.

Al contrario, “è importante assicurarsi che chi comprerà Fiumesanto si impegni a costruire il quinto gruppo, senza il quale la centrale è condannata a morte entro dieci anni”, afferma ancora Lai, che considera altrettanto importante che “la Regione si assicuri che non ci siano ulteriori ritardi sull’avvio della demolizione e lo smantellamento dei gruppi 1 e 2, chiusi a dicembre 2013 perché gravemente pericolosi per la salute e l’ambiente“.

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