“Senza industria non si va da nessuna parte, si fa solo demagogia”: questa la dura risposta dei lavoratori di Ottana che con un documento rispondono ai cinque sindaci barbaricini, pronti a dichiarare esaurita la fase di una industrializzazione vecchia maniera per la Sardegna centrale per lanciare, invece, un nuovo progetto di sviluppo sostenibile e di rilancio della ruralità.
“Noi pensiamo – spiegano gli operai di Ottana Energia – che l’industria non abbia impedito lo sviluppo rurale, il turismo e la tutela dell’ambiente. Chiediamoci cosa sarebbero diventati i nostri paesi senza industria, le sue retribuzioni e oggi le pensioni. La proposta che noi facciamo è quella del rilancio della filiera del pet già esistente in Sardegna con un fatturato di mezzo miliardo l’anno”. “Parliamo – argomentano i lavoratori – di portare il Gnl a Oristano e con questo la riconversione della centrale di Ottana a gas, parliamo di riciclo della plastica per un investimento di 7 milioni di euro. La lotta per l’essenzialità energetica non è nulla di più che la richiesta, in attesa della riconversione a gas, di un servizio di pubblica utilità che serve ad abbassare i costi della bolletta dei cittadini e la pretesa di poter contribuire alla riaccensione della rete in caso di black out”. “Siamo una generazione di diplomati e laureati – sottolineano – con le nostre idee non siamo ‘servi sciocchi’ di nessuno e non lottiamo per tenere la poltrona a qualcuno. Abbiamo le nostre idee su tutto. Non cerchiamo assistenzialismo – chiariscono – vogliamo lavorare, creare opportunità affinché meno giovani bussino ogni giorno alla porta dei sindaci”.