Sardegna declassata di una categoria: da regione “in transizione”, cioè con Pil tra il 75 e il 90 per cento della media Ue, torna ad avere il bollino di terra “meno sviluppata”, segnata da un prodotto interno lordo inferiore al 75 per cento. L’arretramento, però, consentirà all’Isola di avere una porzione maggiore dei fondi di coesione previsti nel bilancio dell’Unione europea per il periodo 2021-2027.
È quanto emerge dalla proposta sulla distribuzione dei fondi presentata dalla Commissione Europea. Per l’Italia viene indicato uno stanziamento di 43,4 miliardi di euro a prezzi correnti, contro i circa 36 miliardi del ciclo 2014-2020. Per quanto riguarda la Sardegna, l’ultimo rapporto Crenos ne ha certificato l’impoverimento, con un passaggio del Pil dal 76 al 71 per cento della media europea. Nel periodo 2014-2020 l’Isola ha ricevuto da Bruxelles 600 milioni di euro attraverso il Fondo sociale, oltre 900 milioni col Fondo per lo sviluppo regionale e 1 miliardo e 300 milioni sul Piano sviluppo rurale. Con la retrocessione dovrebbe avere diritto al 30 per cento di risorse in più.
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