Vent’anni, capelli neri, pelle candida e grandi occhi verdi: Felisja Piana, in arrivo da un piccolo paesino in provincia di Sassari, è la nuova Suicide Girl italiana. Per i non addetti ai lavori la communità virtuale SuicideGirl racconta da anni la bellezza femminile meno convenzionale di tutto il mondo: ragazze con tatuaggi, piercing e capelli dai colori variopinti, un modello di pin-up decisamente lontano da quello da rivista patinata ma altrettanto affascinante e decisamente più intrigante. Il tutto mostrato con generosità e senza censure: visti i contenuti, tra nudi e pose provocanti, l’iscrizione al sito è a pagamento e vietata ai minori. La comunità SG, nata in America da un’idea di Sean Suhl e Selena Mooney e attiva da 14 anni, ogni giorno seleziona in tutto il mondo una ragazza tra le migliaia che si propongono come “Suicide Girl Hopeful” inviando un set fotografico che poco lascia all’immaginazione. Se negli Stati Uniti è un fenomeno di massa con milioni di iscritti e un fatturato enorme tra sottoscrizioni, gadget, merchandising e calendari, la comunità è oggi molto conosciuta anche in Italia. Sono trenta le giovani italiane scelte per rappresentare la bellezza alternativa sulla community SG.
Qualche giorno fa lo staff ha selezionato proprio Felisja e le sue foto sono ora in mostra sul sito web: “Mi sono candidata come Suicide Girl a dicembre – ci racconta la modella, in arte Fishball – e in breve tempo le mie immagini sono state pubblicate come ‘set del giorno’. Una grande soddisfazione, anche se i miei progetti sono altri: fare la modella è divertente, ma mi piacerebbe lavorare nel mondo della body art e aprire uno studio di tatuaggi”. Le reazioni di La Ciaccia, piccola località gallurese di 400 anime dove la giovane vive, non si sono fatte attendere: “Da quando le mie foto sono state pubblicate ho ricevuto critiche e insulti anche molto pesanti. Amo la Sardegna ma la gente sa essere molto cattiva, per questo ho scelto di partire per Milano e costruire lì la mia strada”.
Felisja non è l’unica aspirante sarda ad aver conquistato la community: otto anni fa anche Ria E. Mac Carty, occhi felini e capelli blu mare, è stata scelta come Suicide Girl. Ria ha poi lasciato l’isola e oggi vive a Varese: “Per me il sito Suicide Girl è stata una vetrina importante – ci ha raccontato la modella oggi trentenne – mi ha permesso di farmi conoscere nel mondo della moda e della comunicazione, e ancora oggi lavoro per riviste e brand di abbigliamento. Se rifarei questo percorso? Assolutamente, mi ha dato tantissimo: una bella dose di sicurezza che prima mi mancava completamente, nuove amicizie e nuovi contatti”.
Nell’isola, oltre a Fishball e Ria ormai “promosse” tra le Suicide Girls ufficiali, ci sono oggi ancora due “Hopeful”, Kloe e Tora: “Da anni sono appassionata di piercing e tatuaggi e negli ultimi anni mi sono avvicinata alla community SG – ci racconta Kloe, cagliaritana di 25 anni – Tempo fa ho posato quasi per gioco per un’amica fotografa, e in mezzo a tanti complessi e insicurezze sul mio aspetto quando mi sono vista in foto ho scoperto che mi piacevo. Nonostante la mia timidezza ho deciso di propormi come “Suicide Girl Hopeful” e oggi posso accedere al sito, alle conversazioni e ai contenuti: le ragazze che posano lo fanno con libertà, ironia e divertimento, senza tutti i complessi legati all’ideale di bellezza esteriore che la società ci impone”.
Un’altra cagliaritana, Tora, 26 anni, si è appassionata al mondo SG e ha deciso di provare a farne parte: “Tempo fa una amica con cui scattavo qualche set fotografico mi ha proposto candidarmi. Allora però ero abbastanza giovane e non mi son sentita pronta per affrontare una prova come quella. In seguito il mio carattere si è fortificato, ed è proprio seguendo Ria, Eden, Mendacia e le più famose SG che ho deciso di provarci. Mi affascinava la bellezza dei loro set, le emozioni che riuscivano a trasmettere con i loro sguardi. Se dovessero scegliermi come Suicide Girl sarà per me una bella soddisfazione per aver raggiunto l’ennesimo obiettivo che mi sono posta nella vita”.
Non mancano le critiche dei benpensanti che accusano la community di volgarità e mercificazione del corpo femminile: “Ho imparato a far scivolare addosso le critiche di chi si scandalizza per un nudo – ci ha risposto Ria – se viviamo in funzione di quello che pensano gli altri non saremo mai felici, anche perché ognuno ha la sua idea, quello che per me è sbagliato per un altro è giusto e viceversa. Non ho mai nascosto ai miei familiari, a chi mi sta intorno che facevo parte di Suicidegirl, odio nascondere le cose. Ovvio che nessun genitore è felice di sapere che la propria figlia è nuda sul web, e non mi hanno certamente incoraggiato, ma non mi hanno neanche mai proibito di farlo, fatto ricatti morali e cose così. Sanno che è la mia vita, questo mi ha reso felice, mi diverte e a loro va bene”.
(Le fotografie sono di Alessandro Murgia, Guido Cantone, Giuseppe Tuveri, Roberto Girardi, SuicideGirl.com)
Francesca Mulas