Genitori contro migranti a lezione di italiano: “Studino a casa loro”

Si fa sempre più duro lo scontro tra alcuni cittadini di Villacidro e l’amministrazione comunale sulla proposta di far studiare i migranti in alcune aule della scuola elementare di via Cagliari. La protesta ha preso il via alcune settimane fa quando in consiglio comunale è stata discussa un’interrogazione proprio sulla possibilità di avviare da settembre i nuovi corsi  di alfabetizzazione per adulti, italiani e stranieri, nella scuola frequentata dai bambini del paese: la decisione del Comune non era ancora formalizzata, ma gli amministratori avevano già dato parere positivo alla richiesta, arrivata dal dirigente del Cpia, il Centro provinciale per l’istruzione degli adulti con sede a Serramanna, di fornire gli spazi per il progetto scolastico con corsi di informatica, licenza media e superiore destinati a persone con più di 16 anni di età italiane e straniere. Le proteste hanno portato gli amministratori a convocare un incontro pubblico, programmato per oggi alle 15,30, a cui saranno presenti la dirigente della scuola e gli insegnanti del Cpia che spiegheranno le attività di istruzione per gli adulti in corso e quelle future.

“Villacidro è tristemente nota per l’elevata dispersione scolastica, molti giovani tuttora non conseguono il diploma e troppi ancora nemmeno la cosiddetta licenza media – ha sottolineato con una nota pubblica Daniela Deidda, assessora comunale alla pubblica istruzione. – Ma per studiare non è mai troppo tardi, e una classe affollata ed entusiasta di villacidresi ha frequentato i corsi serali durante tutto quest’anno scolastico che volge al termine, in una sede provvisoria, non adeguata, non a norma di legge come scuola”. Tra i fruitori dei corsi ci sarebbero anche alcuni migranti che vivono nei centri di accoglienza del paese, che devono obbligatoriamente seguire le lezioni di italiano: circa 70 persone che finora hanno convissuto pacificamente coi cittadini e sono stati spesso coinvolti in attività sociali.

Ecco il video dell’incontro di alcuni cittadini e del confronto con il consigliere comunale Antonello Scano

Per dare una sede al Cpia si è pensato agli spazi dell’edificio di via Cagliari: “Sono tre aule della zona non ristrutturata della scuola primaria di via Cagliari che sarebbero comunque rimaste inutilizzate – prosegue ancora la nota dell’assessora –  con annessi servizi igienici, il tutto facilmente delimitabile fisicamente con un intervento di tramezzatura interna leggera: uno spazio raggiungibile con ingressi separati, di cui uno interno (una porta-finestra) e uno esterno (un cancello), entrambi dedicati”.  I bambini dunque non entrerebbero in contatto con i grandi, che frequenterebbero comunque solo in alcuni giorni della settimana.

Il volantino diffuso da 'Assemblea permanente" (clicca per ingrandire)
Il volantino diffuso da ‘Assemblea permanente” (clicca per ingrandire)

La reazione di alcuni genitori, preoccupati all’idea che i loro figli usino gli stessi spazi dei migranti, non si è fatta attendere, mentre un gruppo politico villacidrese, ‘Assemblea Permanente’, ha diffuso un volantino in cui si legge, tra diversi punti, di “scuole sottratte ai bambini”. E ancora, gli utenti Facebook si sono scatenati: “Non vogliamo gli immigrati con i nostri bambini”, “che studino a casa loro”, “non sappiamo chi sono”, “sindaco portali a casa tua”, “non ci fanno niente i clandestini in una scuola” alcuni dei commenti di alcuni comparsi sui social network attorno alla discussione. Qualcuno è arrivato addirittura a scrivere ‘Metteteli in un canile’. La polemica non si è limitata al web: oltre ad alcune accese discussioni pubbliche con assessori e consiglieri, ci sono state anche proposte di occupare il Comune per protesta.

Preoccupata la sindaca Marta Cabriolu, soprattutto per la manipolazione della notizia che ha generato falsità, preoccupazioni inutili e sfoghi razzisti: “L’idea nata da un progetto, in fase di valutazione, è stata oggetto di una strumentalizzazione senza precedenti. È stato fatto credere ai genitori dei bambini che frequentano la scuola elementare di via Cagliari che i migranti presenti a Villacidro sarebbero stati inseriti nelle classi con i nostri bambini. Si è verificata una campagna denigratoria verso la dirigente scolastica, verso il sindaco e l’amministrazione, con messaggi pubblici e privati al limite dell’istigazione all’odio razziale, con una totale mancanza di rispetto e dei principi minimi della convivenza civile. Si sono lette cose davvero irripetibili”. E aggiunge: “Una riflessione, sul tema dell’intolleranza, mi sembra doverosa. A coloro che hanno contribuito e contribuiscono ad alimentare questo clima di tensione sociale, di terrorismo mediatico, di divulgazione di notizie false, vorrei chiedere una cosa: siete sicuri che siano i migranti presenti a Villacidro il problema? Prima di parlare riflettiamo e facciamoci tutti un bell’esame di coscienza”.

Dall’assessora all’Istruzione arrivano poi le rassicurazioni: “Mi sento di tranquillizzare le famiglie sull’assenza di pericoli reali, concreti, che correrebbero i nostri figli dal condividere lo stesso edificio scolastico, seppure con spazi separati, con altri ragazzi per qualche mattina la settimana, ragazzi poco più che ventenni, molto meno fortunati dei nostri ragazzi, seguiti da docenti ministeriali appassionatissimi del loro mestiere, che aiuteranno loro ad imparare la nostra lingua, aiuteranno loro a poterci capire e a farsi capire, a poterci conoscere, a poterci fidare l’uno dell’altro. Le autorità locali di pubblica sicurezza ci dicono che la loro presenza nel nostro territorio non costituisce un problema di ordine pubblico: non delinquono e non hanno malattie. Mi spiace che si sia creato tutto questo allarmismo, ma mi rendo conto che deriva in massima parte dalla mancanza di informazioni, che non abbiamo avuto il tempo di dare perché la decisione non è stata ancora formalmente assunta”.

“Non si può dire di no a una nuova scuola che nasce – conclude Daniela Deidda. – Non si può dire di no. E per mille motivi. Per quello che rappresenta oggi l’istruzione e per quello che ha sempre rappresentato. Una nuova scuola è anche un intervento straordinario di inclusione sociale, è un’occasione in più, una speranza in più, la possibilità di riscatto per tanti che magari in passato non hanno potuto, non hanno capito, o semplicemente non hanno voluto studiare. Non si può dire di no alla scuola. Sarebbe un errore imperdonabile”.

Francesca Mulas

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share