Biglie di ghiaccio dal cielo: il frutto delle vigne del Mandrolisai, nei paesi attorno a Sorgono – nel Nuorese – è stato distrutto da un quarto d’ora di grandinata eccezionale. E ora, a 48 ore dal disastro, si inizia, timidamente, a contare i danni su un’intera stagione di lavoro nelle campagne. Perché, se le strade si sono riempite di ghiaccio, uno strato alto più di 20 centimetri, tanto da far sembrare Sorgono un centro alpino, nei filari la gradine ha spezzati i tralci, bombardato i grappoli che erano pronti a ricevere il sole dell’estate sarda. Così da una prima ricognizione sul posto e secondo le testimonianze dei proprietari pare che gli ettari danneggiati in modo irrimediabile siano ben 250. Non solo a Sorgono, ma anche a Ortueri, Atzara e Meana Sardo: in un pomeriggio di inizio giugno è bastata mezz’ora per cancellare l’operosità e le cure di un anno tra le vigne. E per la zona è già allarme economico, il neo sindaco Giovanni Arru ha lanciato l’allarme. Gli fa eco la presidente della Cantina sociale, vero snodo dell’economia dell’intero territorio. Gianfranca Lai è certa che la grandinata avrà conseguenze irrimediabili sulla vendemmia di quest’anno e sul bilancio della stessa cantina, che va avanti grazie all’apporto dei piccoli e medi soci. Insomma, un disastro. Per questo, a giorni, sarà contattato l’assessorato regionale all’Agricoltura e le agenzie competenti, Argea e Laore. Anche se, ormai, l’unica operazione che si può portare avanti è il calcolo esatto dei danni. Mentre serpeggia lo spettro della calamità naturale.
La grandinata di due giorni fa si aggiunge, poi, al temporale improvviso e violento di fine maggio. Anche in quel caso acqua e grandine hanno travolto i filari: foglie e grappoli a terra, nel fango. E lo sguardo sconsolato di chi ha investito tempo e denaro in vista del raccolto.
Nel resto dell’Isola. Poco più a sud, il copione si ripete nel Montiferru (Oristanese), e nel Cagliaritano, tra Dolianova e Serdiana. Colpiti, secondo i sindaci e gli addetti ai lavori, il 90 per cento di ulivi e vigneti. Non solo il raccolto è a rischio ma la furia dell’acqua e del ghiaccio avrebbe danneggiato l’intero ciclo delle piante con conseguenze anche per le prossime stagioni. Nel Sulcis, invece, fatte salve le vigne e le coltivazioni di fagioli il maltempo ha distrutto i frutteti e gli oliveti.