“Le azioni del Soprintendente Fausto Martino sono in linea con la scelta del Governo di impugnare la legge sarda in materia urbanistica”. Lo ha precisato il ministro dei Beni e delle attività culturali Dario Franceschini, che proprio oggi ha contattato Martino per chiarire che, contrariamente a quanto riportato in alcune ricostruzioni giornalistiche, “non c’è alcuna azione ispettiva nei suoi confronti”. Il 29 agosto, ricorda il Mibact, il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare la legge sarda di manutenzione urbanistica in quanto alcune norme prevedono interventi che si pongono in contrasto con le norme fondamentali in materia di paesaggio contenute nella legislazione statale, eccedendo in tal modo dalle competenze statutarie attribuite alla Regione Sardegna dallo Statuto speciale di autonomia, e violando l’art. 117, secondo comma, lettera s della Costituzione.
L’ex assessora regionale alla Cultura ed ex presidente regionale del Fai, Maria Antonietta Mongiu, ha inviato una lettera al ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, e alla sottosegretaria Ilaria Borletti Buitoni analizzando l’azione di governo e la recente bocciatura, da parte del Consiglio dei ministri, del provvedimento che aprirà la strada alla nuova pianificazione urbanistica della Sardegna. Impugnativa che sta alimentando aspre polemiche, nell’Isola come a Roma, e che vede la Giunta di Francesco Pigliaru contrapporsi al governo, al ministero e al sovrintendente Fausto Martino. “La vostra azione, finalmente, sta mettendo al centro della politica e del governo l’art. 9 della Costituzione e di conseguenza la pienezza del Codice dei beni culturali e del paesaggio, ‘bibbia giuridica’ non solo per l’Italia”, scrive l’ex assessora – purtroppo la Sardegna si allinea ai poco edificanti esempi di speculazione nei territori”. Proprio l’Isola, ricorda, “è stata la prima tra le regioni italiane a promulgare il Piano Paesaggistico nel 2006, attuando la pienezza della Convenzione europea del paesaggio del 2000 e del Codice dei beni culturali e del paesaggio”. Ora “l’azione di confutazione alla legge regionale 11/2017, mossa da molteplici attori, non rappresenta una lotta di bandiera da parte di sodalizi e soggetti mossi da preconcetti ideologici, quindi spiace che la difesa dei principi costituzionali dia adito ad attacchi nei confronti di rappresentanti del Governo e dell’amministrazione dello Stato”.
“La Sardegna – precisa – ha perso solo nell’ultimo biennio il 4% del suolo regionale: non regge la teoria che a maggiori cubature corrisponda maggiore progresso demografico ed economico”. Mongiu ricorda anche quanto sta accadendo, ora, nel 2017, “tra scempi per impianti termosolari in aree agricole, quotidiane scoperte di depositi di rifiuti tossici (non ultima quella di metalli pesanti ‘nascosti’ nel cemento della strada statale 131), deregolamentazione dell’edilizia sulle coste, ripresa dell’industria pesante in luoghi in cui il suo fallimento si è decretato”. Spiega quindi al ministro e alla sottosegretaria che “numerose forze intellettuali stanno promuovendo alternative al Disegno di legge sul Governo del territorio sardo del 16 marzo 2017. Il fulcro è quello della sostenibilità, la sfida quella del delineare scenari economici di crescita non lesivi di ambiente e beni culturali. Mi impegno ad aggiornarvi sugli sviluppi di tali vertenze”.