La Corte d’appello di Roma ha dichiarato legittimo lo stop ai lavori di Tuvixeddu imposto nel 2006 dalla giunta Soru alla ‘Nuova iniziativa Coimpresa’, la società che fa capo all’imprenditore cagliaritano Gualtiero Cualbu. I giudici della Capitale era chiamati a esprimersi sul ricorso presentato dall’ufficio legale della Regione contro il lodo arbitrale in base al quale, nel 2014, l’amministrazione di viale Trento venne obbligata a pagare alla società un risarcimento di 83 milioni e 850 milioni (comprensivo di interessi, visto che la somma iniziale era di 77 milioni).
Con la sentenza di oggi la Corte d’appello non solo ha stabilito che la Regione aveva correttamente esteso i vincoli di inedificabilità previsti dal Piano paesaggistico alla zona dove la ‘Nuova iniziativa Coimpresa’ voleva realizzare un investimento immobiliare. E questo perché a Tuvixeddu, anche fuori dal perimetro sotto tutela archeologica, sono state rinvenute altre 1.200 sepolture puniche non censite. I giudici romani hanno anche ritoccato al ribasso l’importo del risarcimento, riducendolo a un milione e 200mila euro.
Il via libera ai lavori a Tuvixeddu fu accordato al gruppo Cualbu dal Comune di Cagliari nel 2000: il sindaco era Mariano Delogu, il presidente della Regione Mariolino Floris. Dopo la decisione della giunta Soru, una girandola di ricorsi e controricorsi, sia in sede amministrative che civile. Oggi l’ennesimo tassello aggiunto. La ‘Nuova iniziativa coimpresa’ ha incassato i quasi 84 milioni di risarcimento nel 2014. E anche se manca il terzo grado di giudizio, davanti alla Cassazione, è probabile che la Corte d’appello abbia imposto anche la restituzione della somma non dovuta alla società. Ma questo si capirà nelle prossime ore,, quando si conosceranno più dettaglio sulla sentenza dei giudici romani.