Un allevatore di 48 anni di Serramanna sarà processato il prossimo 8 giugno con l’accusa di traffico di animali da compagnia per aver introdotto in Italia undici bassotti tedeschi in tutto o in parte privi di microchip, certificazioni sanitarie e passaporti, con l’aggravante che alcuni cuccioli erano di età inferiore ai 12 mesi. Ne dà notizia la Lav, sottolineando con soddisfazione di essere stata ammessa come parte civile al processo. L’episodio risale a febbraio 2011 quando l’allevamento del 48enne fu controllato dai carabinieri. I militari trovarono documenti identificativi degli animali falsi e alcuni passaporti modificati o corretti a penna. Inoltre la certificazione antirabbica, necessaria per introdurre gli animali da Paesi esteri, riportava timbro e firma di un veterinario di Roma, inesistente e non presente negli elenchi degli Ordini professionali di tutta Italia. Di qui anche l’accusa di falso nei confronti dell’allevatore. “Questo caso è un triste esempio di quanta sofferenza si celi dietro il traffico di cuccioli, un fenomeno ancora diffuso nel nostro Paese nonostante l’introduzione, nel 2010, di uno specifico reato – commenta la Lav – Perché il fenomeno abbia fine è fondamentale che si smetta di mercificare la vita, preferendo all’acquisto l’adozione di uno delle migliaia di animali ospiti di un canile o gattile”.
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