Niente più fondi europei per il revamping (ristrutturazione) dell’inceneritore di Tossilo, a Macomer: la giunta Pigliaru ha depennato i venti milioni di euro del Por-Fesr 2007-2013 destinati all’impianto del centro Sardegna. Per dirottarli su interventi rivolti all’inclusione sociale e allo sviluppo urbano.
Il cambio di rotta è stato deciso a fine novembre, giusto in tempo per evitare la fatidica soglia del 31 dicembre, data entro la quale gli interventi che usufruiscono dei finanziamenti europei devono essere completati e in uso. Pena la mancata certificazione della spesa da parte dell’Unione Europea. E quindi la perdita dei finanziamenti. Questo dice la delibera presentata in giunta dall’assessore alla Programmazione Raffaele Paci.
Impossibile, oggi, sapere se il progetto verrà rifinanziato con le risorse del Por Fesr-2008-2014 o con fondi di altra provenienza: posta di fronte alla domanda, la Regione non dà risposte. L’impressione, in ogni caso, è che l’intervento dovrà essere ripresentato in giunta per ottenere nuovi finanziamenti, sempre che non venga abbandonato a favore di altri impianti. L’unica certezza è che le linee guida di Bruxelles in materia di gestione dei rifiuti non consentono ampi margini di manovra a chi voglia realizzare nuovi impianti di incenerimento. Di diverso avviso è, invece, Roma: convinto sostenitore della necessità di realizzare nuovi ‘termovalorizzatori’, con lo Sblocca Italia il premier Matteo Renzi ha anche liberalizzato l’importazione di rifiuti da fuori regione.
Al di là dei possibili sviluppi, va detto che la delibera di fine novembre è frutto di un’attività di ricognizione sull’utilizzo delle risorse europee iniziata il 7 luglio. Colpisce, allora, che Pigliaru abbia dato il via libera al revamping di Tossilo – peraltro riconfermando l’utilizzo dei fondi europei – appena tre mesi prima che s’iniziasse a riprogrammare il pacchetto dei fondi europei. Sin da fine marzo, inoltre, era chiaro che l’impianto non avrebbe visto la luce prima della fine dell’anno. Eppure, sul revamping di Tossilo si è consumato un duro braccio di ferro, culminato a maggio con il congelamento del progetto da parte della stessa maggioranza di governo, Pd compreso. Già al tempo, le indiscrezioni riferivano di un malessere all’interno del Partito Democratico – almeno da Sanluri in su – dovuto proprio a Tossilo. E non per una posizione di contrarietà tout court agli inceneritori.
A differenza di quanto accaduto a marzo, la recente decisione di cambiare destinazione ai 20 milioni di fondi europei non va vista come un diktat dell’esecutivo regionale. Tant’è vero che della riprogrammazione dei fondi se n’è parlato anche in Commissione “Bilancio e Programmazione” del Consiglio regionale, dove siedono illustri esponenti della maggioranza che si sono pubblicamente pronunciati contro il revamping. Eppure la cancellazione dei fondi destinati a Tossilo non ha prodotto reazioni. Silenzio anche da parte dei piccoli della maggioranza.
Il mistero s’infittisce se si considera la posizione della Tossilo Tecnoservice e dei sindaci del Marghine, che, capitanati dal primo di Macomer Antonio Succu di Macomer – riferisce La Nuova Sardegna – , hanno di recente fatto presente in Regione la necessità di garantire la cassa integrazione ai 38 operai di Tossilo per gli anni in cui l’Ati Aria-Monsud realizzerà il nuovo impianto. Tuttavia, vista l’assenza dei finanziamenti europei (il fascicolo d’inchiesta della procura di Cagliari e i tre ricorsi al Tar, oltre al recente studio del Registro Tumori), il revamping di Tossilo non è mai stato così incerto. Non solo: i documenti presentati in sede di valutazione d’impatto ambientale dal Consorzio industriale di Macomer (che controlla la Tossilo Tecnoservice, gestore dell’impianto) dicono che, “durante la costruzione della nuova linea, l’impianto esistente continuerà ad essere gestito dalla Tossilo Tecnoservice s.p.a. in base al proprio piano di gestione, prevedendo un coordinamento con l’impresa appaltatrice per limitare le interferenze tra le operazioni di costruzione e la gestione ordinaria dell’impianto”.
Difficile allora sostenere che occorra realizzare un inceneritore a Sassari per sopperire alla fermata di Tossilo, anche perché, come si è visto, gli inceneritori non si costruiscono da un mese all’altro. Piuttosto, questo sembra un ottimo momento per trovare alternative valide al conferimento in discarica e alla combustione dei rifiuti. Incominciando con la realizzazione di centri in grado di riciclare e riutilizzare i rifiuti, come quelli che sono stati sacrificati proprio per finanziare Tossilo nel 2010.
Piero Loi
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