“In caso di via libera ai due impianti termodinamici di Guspini-Gonnosfanadiga e Villasor da parte del ministero dell’Ambiente, siamo pronti ad occupare le terre”. Sono le parole di Luciana Mele, ex assessore all’Ambiente del comune di Gonnosfanadiga e portavoce del comitato “Terra che ci appartiene”, che oggi, insieme al comitato di Guspini “No Megacentrale” e alle amministrazioni comunali dei due centri del Medio Campidano interessati dal progetto dell’Angelantoni, ha dato vita a una manifestazione nei luoghi in cui potrebbe sorgere la nuova centrale elettrica.
Sole a picco e temperature elevate non hanno bloccato i manifestanti, accorsi da tutta la Sardegna per difendere gli oltre duecento ettari di terra ai piedi del Monte Linas (a cui vanno sommati i circa 250 ettari delle campagne di Villasor dove l’Energogreen, controllata dell’Angelantoni, vorrebbe costruire un impianto gemello). Netta la posizione dei sindaci Giuseppe De Fanti (Guspini), Fausto Orrù (Gonnosfanadiga) e Marta Cabriolu (Villacidro): tutti contrari alla nuova centrale.
A sostegno del no al termodinamico la Coldiretti, Confagri, Copagri e Confederazione italiana agricoltori, partiti politici, i gruppi “Assemblea permanente” e “Progetto Comune” di Villacidro, oltre ai comitati “Sa Nuxedda Free” di Vallermosa, “No al Termodinamico” di Cossoine, “S’Arrieddu” di Narbolia e al Gruppo d’intervento giuridico. Tutti accorsi allo svincolo della statale 197 per Pabillonis per ricordare che “la Sardegna, che già esporta migliaia di Gwh verso il continente, non può trasformarsi in una piattaforma energetica conto terzi”. Ma il no al termodinamico non deve essere scambiato per un no alle rinnovabili: per tutti, infatti, occorre limitare e abbandonare progressivamente la produzione di energia da fonti fossili a favore delle rinnovabili. L’importante è che il nuovo modello di produzione energetica sia sostenibile.
Sui due impianti (Guspini-Gonnosfanadiga e Villasor) si attende il parere della Commissione di valutazione d’impatto ambientale del Ministero dell’Ambiente, dove gli incartamenti dei progetti sono approdati tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014. Nonostante il grande ritardo accumulato, il Ministero dell’Ambiente ha continuato a tenere aperta la procedura di valutazione d’impatto ambientale, accettando dalla società nuove e continue integrazioni volontarie. “Del tutto irregolare e improprio continuare a tenere aperta la procedura, ecco perché non invieremo nuove osservazioni”, spiega Laura Cadeddu del comitato “No Megacentrale”. “Sarebbe inutile – continua Cadeddu -, anche perché ad oggi la società non ha mai risposto alle obiezioni contenute nelle tante osservazioni già inviate”.
Dopo la giornata di oggi, la mobilitazione continua: nel mese di settembre, si terranno altre manifestazioni a Villasor, Guspini e Gonnosfanadiga.
P. L.